Dizionario Viareggino

Viareggino - Italiano (tratto da AllaFoa)

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  1. litodanie
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    Pà / Pappà: sm. Babbo.
    Pacchìni: Nome del più famoso cenciaio della Viareggio d'un tempo / Portà valcosa al Pacchìni: disfarsi, rifiutare un oggetto o un dono reputato offensivo ("E che è vell'affare lì? Portelo al P.!") / Èsse come 'l Pacchini: conservare tutto, non buttare via niente.
    Paióla/o: sf/m. Recipiente di rame con gancio da appendere al focolare. / Paiolìna: sf. Recipiente di ferro o latta che veniva usato per conservare l'acqua quando non esisteva ancora l'acqua corrente. L'acqua veniva attinta con la ramìna o ramaiolìna (vedi).
    Paiolàto/ Paiólo: sm. Pavimentazione della stiva di una nave. / Andà a ppaiólo: v. Scendere giù in basso.
    Palànca: sf. Moneta da un soldo / Palanche: sf.pl. Soldi, quattrini.
    Palancìta: sf. Muretto, steccato, recinzione in legno, palizzata / P. del molo: sf. Luogo riparato del molo.
    Palancóso/Palancàro: sm. Ricco, persona facoltosa
    Palcheggià: v. Andare avanti e dietro in modo agitato e reiterato ("Hai finito di palcheggià? guarda che hó datto 'l cencio ora!")
    Palle dell'occhi: sf.pl. Bulbi oculari. ("Vando ni dissi così mi spraccó le p.dell'occhi")
    Palle di semola/sémbola: sf.pl. Persona senza carattere, debole.
    Pallétio: sm. Noia ("Mi fai venì 'l p." = mi stai annoiando) / Tremore, sussulto, paura.
    Pallétte: sf.pl. Cucchiaiate di polenta condite con pomarola e formaggio simili ai matuffi.
    Pallòccoro: sm. Grumo ("Dio bono!!! La pulènta m'ha fatto 'ppallòccori!")
    Palloccoróso: sm. Pieno di pallòccori / fig. Persona o discorso prolisso, noioso, lungo, cavilloso.
    Pallone: agg. Duro e grossolano ("L'hai a mmangà tte, vè fìi palloni lì!", fichi non maturi)
    Palma di vell'òmo, la -: Persona tremenda, impossibile, indomabile.
    Palonzo, gambe a p.: Gambe tutte d'un corso, senza il normale restringimento all'altezza delle caviglie.
    Palpiàta/Parpiàta: sf. Veloce ed intenso battito di cuore ("Te l'ha ffà du' spaghettini? 'Un fà complimenti: ci metto una p.!")
    Palussìno: sm. Persona alta e smilza, simile ad un palo.
    Pancioròtto: sm. Gilet.
    Pane e cacìno: sm. Specie di trifoglio con fiorellini rossi di cui si usava masticare gli steli per il loro sapore agrodolce.
    Papànti, il: sm. Nome alternativo del Palazzo Paolina assegnato dai viareggini in quanto nel 1858 divenne di proprietà della famiglia Papanti di Lucca.
    Pàparo-pàparo: agg. Comodo, in condizione di agio e benessere ("Me ne stavo p-p. sul sofà vando arivò la Terè con vella su' voce stiàppata...").
    Paré: v. Sembrare. / Par diviso: locuz. Che sembra una cosa fatta e pensata apposta ed invece era casuale ("Ehó, mi tocca 'ndàcci almeno una volta, sennò par diviso 'un ci vogli andà per via di su' mà").
    Parola turchina: sf. Parola/formula magica.
    Parpèlla: sf. Disco di sughero usato dai pescatori per tenere a galla il cavo portante della rete / Salvagente di sughero (anche in senso figurativo: "Delafia come sémo al verde: niànco le parpèlle ci sàlvin più!")
    Parte: sf. Compiti scolastico da fare a casa ("A ggioà ci vai vando hai finito di fà la p.! 'Nteso?")
    Partaccia: sf. Rimprovero. ("Ora ci vado io, ni faccio una partaccia a lullì...")
    Pasimata: sf. Torta di origine umile fatto con pasta da pane, farina di granturco, uva secca.
    Pasimato: agg. Pallido (come la tonalità di giallo della pasimata, vedi) ("Ma ti senti mìa male? sei d'un giallo p.!").
    Passìno: sm. Stretto e lungo corridoio che attraversando l'orto (vedi) delle case viareggine porta dalla casa alla casetta (vedi).
    Patafióne: sm. Ceffone, schiaffo ben assestato, lécca (vedi).
    Patàna: sf. In marinaresco è una giornata di bonaccia di vento e di mare, afosa. / fig. Sonnolenza, stanchezza che spesso prende dopo pranzo, per cui "uno, se póle, si va a appisolà")
    Patanécchia: sf. Pesce piatto simile alle sogliole, ma di qualità più scadente. Nonostante ciò è ottimo "marinato" o nel "fritto misto di pesce alla viareggina".
    Patì: v. Soffrire, patire, tribolare.
    Pattarùglia: sf. Fanghiglia alta ed appiccicosa. ("Ma 'n che p. m'hai porto?").
    Pattuglià: v. Pasticciare, sporcarsi. ("Avete finito di pattuglià co' ppiedi 'n vella bozza lì?")
    Pécchia: sf. Peluria che riveste la castagna sbucciata ("Ma che c. hai cómpro? èn pecchióse!")
    Pedalà: v.fig. Smammare, uscire dai piedi ("Pedala! prima che ttu raccatti de' ccolpi!") / v.fig. Lavorare sodo ("O bàmbori, con tutti 'cchiodi c'avémo, o ssi pedala o ssi va a bballàcchera!")
    Pelècche: sf.scherzoso Ragazzina sbarazzina, saputella e vivace.
    Pellicciata: sf. Gioco de' bbamboretti che consisteva nel colpirsi con le "pellicce", zolle di terra ricoperte d'erba ("Fàmo alle pellicciate?")
    Pellistrèllo: sm. Pesce a forma romboidale, schiacciato, simile alla razza. Detto anche pottìno.
    Pèn(n)eri: sm.pl. Pendagli, nappine, rifiniture.
    Pènza: sf. Ripiegatura cucita degli abiti, fatti per "scorcià una bràa o una sottana".
    Penzieroso: sm. Preoccupato / Pieno di premure, di gentili pensieri ("O Carola, tu vedessi com'è penzieroso 'l mì Beppe co' mme: mi porta sempre du' fiori dalla Migliarina!")
    Peóna, alla: Modo di indossare il cappello, con la tesa sul davanti rialzata e il cappello floscio in isghimbéscio. Come indossato dai peones argentini.
    Peorite: sf. Pleurite / fig. Detto di uomo cornuto, pèoro. ("Vedi lullì? soffre tanto di ...peorite")
    Pèoro: sm. Cornuto.
    Pepone / Popone: sm. Melone.
    Peporìno: sm. Timo, erbetta aromatica facilmente ritrovabile negli orti. ("Ce l'hai misso 'un popoìno di peporino?").
    Perinnà: avv. Più in là, da quelle parti là. ("Mettiti perinnà, ch'é perìoloso!").
    Perinquà: avv. Da queste parti ("O ddove l'hó misse le chiavi... eppure èrin perinquà!")
    Perugino: sm. Bottino, contenuto dei pozzi neri, bottàccio (vedi).
    Péscio: sm. Pesce.
    Péscio-porco: sm. Delfino.
    Pesétto: sm. Pisello / Naso a pesétto: naso a pallina ("Che ci troverà lellì in vel naso a pesétto lì?").
    Petàgno / Pitàgno: sm. Inghippo, causa di qualcosa, nocciolo della questione("Un lo vedi che se ti ci metti lo trovi 'l petagno?").
    Petécchia: sf. Grumo di sporco attaccato alla peluria del corpo.
    Pèzzià / Pizzià: v. Pizzicare ("Delofio come pézzia vesto zzenzero vì!") / Pezziènte/Pizziènte/Pezzióso/Pizzioso: agg. Che pizzica.
    Piaceroso: sm. Di persona disponibile, sempre pronto a rendere un piacere, ad aiutare.
    Piastra: sf. Ferro da stiro di tipo antico (che si scaldava mettendolo sul fuoco).
    Piastre: sf.pl. Testi, due piastre di ferro accoppiate che vengono usate per fare i 'ccialdoni o 'nnecci. I vicini di casa se le prestavano a vicenda e spesso finiva che il legittimo proprietario 'un le rivedeva più!
    Piazza delle Paure: L'attuale Piazza Garibaldi, così rinominata per il monumento ai caduti istallato nel 1927, opera di Rambelli e Viani, che non piacque ai viareggini.
    Piazza Grande: L'ex piazza principale di Viareggio, dove ora sorge il palazzo municipale.
    Piazzone: la cd. "Piazza del mercato" (Piazza Cavour), situata nel centro di Viareggio.
    Piccétta: sf. Porzione di panino / panino di forma triangolare.
    Picchiànte: sm. Polmone di animale macellato.
    Pidocchìna, stare alla: locuz. Stare fermo, immobile, al sole d'inverno.
    Pidocchio rifatto: sm. Persona cafona che dagli stenti e dalla miseria è passata alla ricchezza e alla vita agiata.
    Pidocchioso: sm. Tirchio, avaro, "lucchese".
    Pienàra: sf./agg. Pienone di gente, affollamento.
    Pìffora: sf.scherzoso Naso.
    Piggèllo: sm. Lembo di stoffa che avanza o sporge fuori dal vestito / fig. Genitale maschile.
    Pillàcchero: sm. Filo o piccolo lembo di tessuto scucito e pendolone.
    Pillaccheróne: sm. Persona vagabonda, buona a nulla, che intralcia il lavoro degli altri ("Ci sòrti, o p. che c'hó da fà, io!").
    Pinaccio: sm. Fungo che cresce vicino ai pini.
    Pincattivo: sm. Pigna selvatica che non fa pinoli ma è ottima da ardere. / fig. Persona cattiva.
    Pinèlla: sf. Pinolo / fig. Dente sporgente o lungo ("Delafia che pinelle che c'ha lullì!").
    Pini, i: Stadio comunale di Viareggio denominato "dei Pini" perché situato all'inizio della Pineta di Levante. ("Oggi si va a' Ppini a vedé gioà 'l Viareggio").
    Piolà: v. Verso simile a quello dei pulcini / Pregare sottovoce.
    Piònzo: sm. Goffo, impacciato. / Duri a digerire ("Com'è piònzo vesto buccellato vì, ma che c'hai misso drénto?").
    Pìpo / Pipòtto: s.m. Pene.
    Pippiùme / Pipiùme: sm. Ressa, affollamento chiassosso, insieme di oggetti ammucchiati disordinatamente.
    Pìpporo: Capezzolo / Pulsante / Acino d'uva.
    Pipporugèllo: sm. Gioco dei ragazzi che consisteva nel prendere un sassolino da terra, lanciarlo in aria e con la stessa mano raccoglierne un altro e cercando di riprendere al volo il primo, rilanciarli entrambi, prenderne un terzo e così via. Vinceva chi riusciva a prendere più sassolini.
    Pitìggine: sf. Lentiggine / Pitìgginoso: sm. Persona piena di lentiggini o di nei.
    Pitizzassi: Litigare, battibeccare, punzecchiarsi.
    Pìtoro: Pulcino o uccellino in genere / Monte P.: Colle tra Massarosa e Camaiore.
    Pìtta (m'ingolli!): Testimone immaginario delle proprie affermazioni ("Pitta m'ingolli se vando rientra 'un gnene dìo vattro!")
    Pittìna: sm. Giovane dai capelli lunghi e incolti ("Vatti a ttosà, o p.!").
    Pìzzio: sm. Pizzico.
    Pizziìno: sm. Pizzico di tabacco da fiuto.
    Pizziòtto: sm. Pizzicotto.
    Po', pogo, popò, popoìno, poìno: agg. Poco, in scarsa quantità ("Via, dàmmi un p. di céale").
    Pochésse: sf. Maglia fatta con avanzi di lana di vari colori
    Poggiòni, i: sm.pl. Dune di sabbia tipiche delle zone poco frequentate (come 'n fondo al Vialone, nella spiaggia di Levante).
    Politiòne: sm. Di persona che "la sà dì", ovvero che abbindolando di discorsi riesce ad avere quello che vuole.
    Polla: sf. Fontana pubblica, rubinetto di cucina o dell'orto ("Dà la via alla p. che 'nnaffio 'ggerani").
    Polpo: agg. Molle, tenero (come la consistenza dei polpi) / agg. Inzuppato fradicio, ammollato.
    Popò: agg. Accrescitivo ("Che p. di mascalzone che è lullì!", "Delafia che p. di 'ulo che t'aritrovi!").
    Popò: sf. Cacca (termine usato coi bamboretti) ("O birbante! 'ummi dì che ti sei fatta la p. addosso!")
    Pòso: sm. Pace, tranquillità ("Ma cci trovi p.?!?")
    Poté: v. Potere, essere in grado di / v. Benestante, ricco ("Lullì è uno di velli che ppóle").
    Potèa: sf. Ipoteca / Capacità d'influenza su qualcuno ("Te 'un c'hai mìa p. su lullì per chiedinni un favore?") / Poteóne: sm. Trafficone, intrufolone, che si dà da fare per fare favori.
    Pòtta, Pòttisa: Organo genitale femminile / Esclamazione di stupore: "P.!"
    Póttaione, Pòtta di Modena: Spaccone, vanesio.
    Pòttalessa: sf. Persona lenta nei movimenti, addormentato.
    Pòttamarina: sf. Medusa.
    Pottàta: sf. Spacconata ("Vante pottate lorolì, solo perché hanno 'l figliolo 'ngegnere!") / Stupidata ("Ma che pottate dici?") / cosa senza valore ("E vell'affarìno lìe che t'han regalato che pottata è?")
    Pottìno: sm. vedi Pellistrello.
    Presàcchio: sm. Retina per raccogliere o catturare i pesci.
    Pretìno: sm. Chierichetto / Pretìni, i: sm.pl. Religiosi dell'Ordine dei Fratelli delle scuole cristiane che gestivano in Piazza Piave una scuola elementare.
    Prìllo: sm. Trottola di legno / Prìllo (pietrasantino): fig. Persona piena d'energia, svelta, anziano arzillo ("O Angiò, te ssì che ssei un p.!").
    Prìmisse, in: locuz.avv. Per prima cosa, in primis, principalmente.
    Procédé: v.intr. Parlare in modo saccente, sciograto (vedi).
    Pruga: sf. Prua di una nave / Prende' di p. qlcuno: v. Prendere di mira, di punta qualcuno ("Vella ciòtta del mi' capo m'ha preso di pruga: 'un ci faccio più vita!").
    Pùce: sf. Pulce / fig. Bambino piccolo, minuto / Scola delle pùce: sf. scuola materna, asilo.
    Puettìno: sm. Pollicino, personaggio delle favole.
    Puntali: sm.pl. Punte dei piedi (vedi Caminà 'n p.)
    Puntata: sf. Cazzotto, pugno.
    Puntatina: sf. Frecciatina, allusione maligna / Breve visita o escurzione.
    Puppà: v. Succhiare il latte dalla puppaiola / fig. Bere il vino ("A lullì ni piace puppà")
    Puppa!: escl. "Beccati questa!", "Arràngiati!".
    Puppìno: sm. Ciuccio, tettarella / fig. Persona a cui piace molto il vino / Bocca a p.: sf. Persona dalla bocca piccola e pronunciata come un poppante.
    Puppóne: sm. Bambino che si succhia sempre il dito / fig. Persona che beve con piacere il vino.
    Pùppora: sf. Mammella / Pupporùta, pupporóna: sf. Donna dalle grandi mammelle / Pupporàme: sm. Mammelle femminili.
    Puttàno: sm. Spregiativo di culo, sporco, fetido ("Vesto trabiccolo se l'ha a 'nfilà nel p.", "Ungici 'l p.!").





    Quadro: sm. Situazione grottesca ("Delafia che q.: 'ada lellì come s'è conciata!")
    Quarantotto, il: sm. Storico negozio di giocattoli situato in Passeggiata (chiamato così perché all'epoca veniva fatta pagare 48 centesimi una spesa di 50). Adesso non c'è più, anche se è rimasta a testimonianza la sua insegna in stile Liberty.
    Quattroventi: loc. Località situata all'inizio della pineta di Ponente, in via Fratti, tra la via Vespucci e la via Pascoli. Chiamata così perché in origine era il limite settentrionale di Viareggio ed era esposta a tutti i venti.





    Raccàglia: sf. Ammasso confuso di persone cenciosa e misere.
    Ragaglià: v. Protestare, brontolare a gran voce ("O cche hai da r.?!?").
    Ragane: sm. Cappottino corto ricavato da un vecchio cappotto / Abito sdrucito, straccio.
    Ràgano: sm. Persona d'aspetto orripilante.
    Ramaciùgliori, Rimasùgliori: sm.pl. Avanzi, rimanenze, scarti.
    Ramedèi, Ramadèi: sm.pl. Pietanza immaginaria. Scherzosamente per quando si voleva tirare ad indovinare il piatto che sarebbe stato servito in tavola: "C'avémo oggi 'n tavola? I ramedèi?", e di rimando dalla cucina: "Sìe, le palle dell'ebrei!"
    Ramìna / Ramaiól(ìn)a: sf. Mestolo di rame o ferro.
    Randolà: v. Scagliare con violenza.
    Rapìni: sm.pl. Palle di foglie di rapa bollite. Detti anche gallònzori (vedi)
    Rappannì: v. Ricoprire, rivestire, foderare.
    Raspóne: sm. Masturbazione maschile.
    Ratatùglio: sm. Pasticcio, insieme di cose disparate e senza valore.
    Ravòglio: sm. Confusione, guaio, disordine, danno.
    Reccacchìno: sm. Persona piccola, scricciolo (dal nomignoro dato dai viareggini a Vittorio Emanuele III di Savoia, chiamato altrove "sciaboletta" per la sua bassa statura).
    Rèdo: sm. Erede.
    Réfenero, A r.: In grande quantità.
    Reguèstro: sm. Riserva, scorta ("La róta di r. della màghina"). Dal marinaresco "àncora di r." o "vela di r.".
    Règuie, Rèchie: sf. Riposo, pace, pace eterna ("Con vel figliólo che si ritrova, povera donna, 'un riesce a trovà r.!")
    Regulìzio: sm. Liquirizia.
    Réna: sf. Sabbia / nelle locuzioni: fitto-fitto, abbondante ("Piove come la r.").
    Rèspice fine: sf. La fine assoluta di qualcosa / Fa' r.f. di valcosa: v. Distruzione assoluta fino a vederne la fine ("N'ha datto una scafàgna di minestra e llù, dalla fame ch'aveva, n'ha fatto r.f. in du' cucchiaiate").
    Rézzola: sf. Leggera rete a strascico / fig. Abito leggero, lézzora (vedi) / Leggero alito di vento fresco.
    Riaggallà: v. Tornare a galla, riemergere.
    Riaisà: v. Rialzare.
    Riamà: v. Ricamare.
    Richinàssi: v.tr. Inchinarsi, sottomettersi.
    Ridècco: avv. Ecco nuovamente ("Ridèccomi: Tono 'un c'era 'n casa").
    Riède': v. Ritornare ("Delafia com'è ggià tardi: rièdo a ccasa") / (Riè) Essere di nuovo ("Riède lì lullì? Ma 'un c'ha gnénte da fà óggi?")
    Rierè, Riarè: sm. Indumento di scarso valore, gusto, qualità o ricavato dal riciclaggio di un vecchio indumento.
    Riéto: avv. Dietro.
    Rifrànge': v. Ruminare.
    Rìgno: sm. Cattivo odore di sporco o stantìo, olezzo ("Come sà di r. vesto lenzólo vì!").
    Rigrètto, Regrètto: sm. Rimorso, pentimento ("Hó de' rigrètti verso mi pà bonànima!").
    Rimbamborì: v. Tornare infantile come un bamborétto (vedi).
    Rimbarbagiannì, Rimbarbugì, Rincitrullì, Rimmammalucchì: v. Rincitrullire, rincoglionire, anche per effetto dell'età che sopravanza ("Tu' pà, mi sbaglio, o l'hó visto r.?").
    Rimollà: v. Lasciar andare/partire con forza qualcosa ("N'ha rimollato una di velle ciaffàte...").
    Rimònta: sf. Aggiustatura, riparazione.
    Rimpaccottì: v. Rammollire / fig. Rincitrullire.
    Rimprensionìssi: v.tr. Impensierirsi, preoccuparsi.
    Rincaccarìssi: v.t. vedi Incaccarìssi.
    Rincalcà: v. Pigiare, pressare, ridurre di volume. / Rincalcàto: sm. Di persona tozza e bassa.
    Rincantonàssi: v.tr. Nascondersi, mettersi in un angolo.
    Rinceppàto: sm. Di persona o cosa grossolana e tozza.
    Rincrocchià: v. Piegare le gambe in modo estremo, rannicchiarsi / Rincrocchiàto: sm. Persona rannicchiata o storta dalla vecchiaia o dalle gambe storpie.
    Rinculàta: sf. Fregatura, inganno.
    Rinfrigulìto: sm. Rinfreddolito, rabbrividito, raffreddato.
    Ringazzullìssi, Ringalluzzìssi, Ringalluzzorìssi: v.tr. Esaltarsi, (far) diventare euforico ("Da vando lellì n'ha fatto l'occhio di triglia, s'è ringalluzzorìto").
    Ringronchì: v. Rattrappire, rendere rigido o intorpidito dal freddo.
    Rinvecchignìto: sm. Invecchiato prematuramente, incartapercorito ("Una volta ti facevi prende' dal béo matto, ora 'nvece 'ada come ti sei rinvecchignito").
    Rinvispolì: v. Tornare vispo.
    Riondà: v. Inondare, sommergere, ricoprire interamente / fig. Subissare ("Hai finito di riondàmmi di discorzi a pippa di ronzone?").
    Riòtta: sm. Ricotta.
    Ripitàglio: sm. Luogo ripido, scosceso e pericoloso.
    Ripòne': v. Metter via, conservare, archiviare / Ripònessi: fig. Ritirarsi (" 'Uno vedi che 'un zèi più bbóno: vatti a ripòneee!!!").
    Risegolà: v. Segnare la faccia di rughe.
    Riségolo: sm. Ruga.
    Risià: v. Rischiare ("Chi 'un rìsia, 'un rósia" = chi non rischia non mangia).
    Risìna: sf. Risarella, voglia irrefrenabile di ridere.
    Risprìllo, Resprìllo: sm. Sussurro, voce mormorata, cosa sentita dire per accenno, notizia a mezza voce ("C'è 'l risprìllo che 'Ugenio chiudi bottega")
    Ristiarì: v. Risciacquare i panni in acqua pulita.
    Ritrécino, (A r.): avv. Muoversi/correre a più non posso, scorrere/passare in abbondanza ("Córo a ritrécino 'n cucina, ché mmi sà che mi sta bbruciando 'l zugo!")
    Ritròpio: agg. Strapieno, gonfio, sazio ("Ohimmèna vant'hó mangiato: mi sento propio r.!").
    Riulà: v. Arrotolare, rimboccare le maniche o i calzoni ("O te! sse vvói fa la vita del zignore 'ncomincia 'm pò a riulàtti le mànie e a pportà valcosa a ccasa!"). / Riùla: sf. Risvolto delle brache dei calzoni.
    Rivélto: agg. Supino, sdraiato sulla schiena, rovesciato ("Dio bò! mi s'è r. 'l carètto!!!").
    Rivendùglioro: sm. Venditore di frutta e verdura.
    Ròbba: sf. Roba / fig. Genitali maschili ("Chiuditi 'l fìstio: 'unno vedi ti si vede la r.?").
    Ròccia: sf. Sporco raggrumato per mancanza di pulizia ("Làviti 'he c'hai du' diti di r. sul collo!") / Spazzatura, pattume.
    Róde': v. Prudere ("A te! è dda ierdilà 'he mmi róde 'l mànfano: 'un avrò mìa preso 'bbéi?") / Invidiare ("A lullì ni róde che tu abbia trovato un lavoro bóno: ma cche ni verà 'n tasca?!?").
    Roncolìto: agg. Di persona deforme, curva, piegata (come una roncola).
    Rosià: v. Prudere, rodere.
    Rósia: sf. Prurito.
    Rossìna: sf. Fungo commestibile dalla cappella rossiccia che cresce in pineta.
    Róta: Ruota / A r.: Subito dietro.
    Rotolò: sm. Mantello, manto.
    Rovesciàssi: v. Rovesciarsi / fig. Ribellarsi, reagire ("O te io sopporto-sopporto, ma pò vando mi r. 'un c'è Cristi che mi tènghino!").
    Rufolà: v. Rovistare, cercare, frugare ("O bimbìno! ma che hai da rufolà nella mi' borza?!?").
    Rumà: v. Mescolare ("Ruma la pulenta, che sse nnò ti s'appallòccora", "Ma che ti rùma nel cervello?").


    Edited by litodanie - 16/1/2006, 14:47
     
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22 replies since 19/9/2005, 20:02   34604 views
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