Dizionario Viareggino

Viareggino - Italiano (tratto da AllaFoa)

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    Abagiù: sf. Paralume, abat-jour.
    Abbaccare: v. Saltare, passare oltre.
    Abbaccafossi: sm. Di persona dalle gambe lunghe.
    Abbanfà: v. Abbrustolire, diventare rosso in viso.
    Abbiliàssi: v. Rattristirsi, inquietarsi, angosciarsi ("'Un t'abbilià: èn cose che ssuccèdino").
    Abbirinto: sm. Confusione, disordine / Abbirintato: agg. Di persona o luogo disordinato.
    Abboccatìccio: s.m. Di persona di bocca buona, che mangia con appetito qualsiasi cosa.
    Abboddissi: v. Accovacciarsi, accosciarsi (da Bodda).
    Abbracchìto: agg. Sfiduciato, avvilito, giù di morale.
    Accaccarato: agg. Sporco.
    Accaciottorassi: v. Fare grumi, coagularsi.
    Accallà/Accaglià: v. Socchiudere ("Mi s'a. l'occhio dal sonno!"), accostare.
    Acciaccià: v. Schiacciare, comprimere, pestare.
    Acciospà: v. Arruffare, pasticciare, lavorare con molta superficialità / Acciospòne: sm. Di persona che acciòspa.
    Acciottelloràssi: v. Distendersi per prendere il sole.
    Acciuccignà: v. Accartocciare, maltrattare / Strapazzare (anche in senso erotico: "vieni vì che t'acciuccigno!") / Acciuccignato/a: Strapazzato, raggrinzito, accartocciato.
    Acciuciaràssi: v. Vestirsi con brutti abiti.
    Accotrozzolà: v. Accumulare o spostare delle cose da una parte ad un altra con rumore o danno.
    Acculà: v. Muoversi all'indietro.
    Adà: v. Guardare (da "(gu)a®dà") ("Ada lellì com'é bbona!")
    Addormentasòcere: sm. Dolce a base di zucchero caramellato e frutta secca (nocciole, mandorle, ecc.) / Persona lenta nei movimenti.
    Addottorato: agg. Di persona istruita.
    Affrittellato: agg. Fritto in padella ("Le vòi du' ova a.?") / Occhi a.: Occhi pesti, gonfi, assonnati.
    Affuffignà: v. Imbrogliare, fare confusione.
    Aggagliassi: v. Accorarsi, arrabbiarsi.
    Aggalappià: v. Allacciare / fig. Conquistare quasi con ipnosi o carisma
    Agganghì: v. Soffrire moralmente, lograrsi.
    Aggeggiassi: v. Ornarsi, vestirsi a festa.
    Agghietrà: v. Arretrare / Agghietràti: s.m.pl. Arretrati, rate da riscuotere/pagare
    Agghiozzarsi: v. Appesantirsi dal cibo, fino a rimanere senza fiato.
    Ahibbò!: Interiezione che manifesta disgusto / A. trògli!: Sporcaccioni! sudici!
    Alleccurì: v. Allettare, far venire voglia.
    Allegrì / Alligrì: v. Allegare i denti, sensazione di freddo ai denti.
    Alliccià: v. Scappare via senza protestare, togliersi di mezzo ("A.! e di burìna!").
    Àmbora: sf. Camera.
    Ammattàssi: v. Vestirsi in modo strano, vistoso, senza gusto.
    Ammodìno: agg. Di persona che si comporta educatamente, correttamente, onestamente ("La Terè è tanto una sposina a.").
    Ampò!: Interiezione di "Guarda un po'! Toh!" ("A. lellì, che muso duro!").
    Anaciàto: s.m. Ubriaco (d'anice).
    Anchetta: sf. Sgambetto.
    Anco: Anche.
    Anguille cèe: sf. vedi Cèe.
    Anneccià: v. Rendere scuro come i necci (dolci di farina di castagna, color marrone scuro), annuvolarsi.
    Anniffàssi: v. Scurirsi in volto.
    Antro: Altro.
    Aoncà: v. Vomitare.
    Aonco: sm. Spasmi del vomito.
    Àpisse: sm. lapis, matita.
    Appalloccorà: v. Aggrumare, amalgamare male ("Mi s'èno appalloccorati 'mmatuffi!")
    Appattumàssi: v. Avvinghiarsi, abbracciarsi, arruffarsi.
    Appestà: v. Puzzare, emanare o diffondere cattivo odore (anche: Impestà)
    Appipporà: v. Appallottolare, ridurre a piccola pallina ("E smettila d'a. le caccole!").
    Appitonàssi: v. Appesantirsi dal molto mangiare.
    Appitoràssi: v. Farsi prendere dal sonno.
    Appuggià: v. Fare scalo, mettere al sicuro.
    Araccattadispersi: sm.scherzoso di grande indumento appartenente a persona grassa ("Vel reggipùppore lì è un a.!").
    Aràdio, aradìno: sm. Radio.
    Arancà: v. Fare immensa fatica per fare/completare qualcosa ("Vanni a dà una mano te: 'uno vedi come a.?"); inseguire affannosamente.
    Arègge: v. Sostenere, reggere / A. 'l mòccolo: Assistere alle effusioni di due innamorati per controllarle o favorirle.
    Ariulò: interiezione, grido di gioco de' bamboretti / A. t'ho visto! Grido emesso da chi scopre l'avversario a nascondino / A. col prìllo! Grido che accompagnava il lancio della trottola (il prìllo).
    Arizzà: v. Alzare
    Aronzà: v. Rimproverare / A., a.!: Cammina! Vammi fuori dai piedi!
    Aruciolà: v. Arrotolare. Maltrattare ("Se 'un ti mòvi t'aruciolo un orecchio!")
    Arunà: v. Riunire, radunare, raccogliere.
    Asserbà: v. Metter via qualcosa per usarlo o consumarlo più tardi / Chi a., a. al gatto!: proverbio, chi conserva una cosa, la conserva inutilmente perchè poi ne usufruirà un'altra persona.
    Atobùsse: sm. Autobus
    Attacchìno: sm. Di persona attaccabrighe, provocatrice.
    Attopato: agg. Di persona facile all'eccitazione sessuale.
    Attrabaccà: v. Scavalcare.
    Aù-ttartàna!: Interiezione per una cosa o un'azione che ha dell'impossibile ("Che vvòi fa? ti voi fa pagà da ve' ppidocchiosi lì? A.!")
    Avvincàssi: v. Piegarsi, ingobbirsi.
    Avvoàto Cencetti: s.m. Difensore non richiesto, impiccione in fatti altrui ("O Avvoàto Cencetti, ma a te chi t'ha chiamato?!?")





    Baàna: sf. Donna mal vestita, becera, sporca, spettinata.
    Bacco: sm. Salto, passo lungo ("Lullì camìna con de' bacchi che 'un ni stai dietro")
    Bàggioro: agg. Mogio, lento ("Dopo la batosta se n'andiede b. b.")
    Bàghere: sm. Carrozza, calesse a due ruote / I 'Bbàgheri: i villeggianti, i "bagnanti" ("O Carola, oggi t'arìvino 'bbagheri?").
    Bagnanti: sm.plur. Villeggianti, inquilini delle case affittate in estate dai viareggini.
    Bàia / Baiétta: sf. Tinozza per i panni.
    Baldoria: sf. Mucchio di pinugliori, legname e foglie al quale viene dato fuoco la sera del 7 settembre per festeggiare la Madonna (che, dice la tradizione, salvò Viareggio da un'epidemìa di peste). Con le forche, poi si tiravano in aria le braci e i pinugliori incandescenti e si dava vita alle "mì nonne" (le faville). / fig. Allegra confusione, festa.
    Ballàcchera, A b.: agg. Di cosa andata all'aria, male.
    Ballòccioro: sm. Castagna lessata con la buccia
    Balloccioròne: sm. Persona goffa, buona a nulla, "grande, grosso e coglione"
    Ballòne: sm. Cuccetta dei marinai / Buttàssi nel b.: fig. Andare a letto.
    Bamboccino: sm. Pupazzo, bambolotto / Di uomo vestito tutto a puntino, rifinito.
    Bamboretto/Bàmboro: sm. Bambino.
    Banco / Bancone : sm. Armadio per la biancheria.
    Bao!: avv. Assai ("Ha smoccolato bao!"), viene sempre posto dopo un verbo per enfatizzarlo.
    Baraccata: sf. Una grande quantità ("Lullì ha una b. di quatrini")
    Baraccone: sm. Hangar dove vengono costruiti i carri del carnevale di Viareggio / Talvolta viene usato anche come sinonimo di struttura o azienda dagli alti sprechi ("Bel baraccone che dev'esse' vell'affare lì!").
    Bare: sm. Bar.
    Bargiuà, Alla b.: sf. Messo tutto fuori posto, storto, in modo disordinato.
    Barù, Alla b.: interiezione, Tirare a casaccio.
    Baùcco: sm. Cappello, cappuccio.
    Bé: v. Bere / sm. Vino, bibita, acqua ("'Un ti sarai miga scordato il da b.?")
    Befanino: sm. Biscotto dalle varie forme tradizionale dell'Epifania.
    Befanòtti: sm. Gruppo di bamboretti vestiti a befana che la sera precedente l'Epifania vanno di porta in porta per racimolare qualche "chicco" (dolce, caramella, befanini) o soldo.
    Bellìoro: sm. Ombelico.
    Bellioròso: agg. Ostinato, battagliero, coraggioso (dall'it. "bellicoso")
    Béo: sm. Baco, verme / Avè il b. matto / Esser presi dal b. matto: Essere agitati, eccitati oltremodo ("O Tòno! che t'è preso 'l b. matto?").
    Béolo / Beolìno: sm. Chiatta più o meno grande, spinta con lo stanghìno (vedi) o dagli argini da buoi o uomini, con cui i renaioli trasportavano la sabbia lungo il Burlamacca.
    Biascià: v. Masticare, biascicare ("Hai finito di biascià la scingomma?") / fig. Parlare in modo incomprensibile ("Ma cche hai biasciàto?")
    Bìgnori: sm.plur. Piccoli soprammobili o vasetti di poco valore.
    Bìgolo: sm. Aggeggio, pulsante, tasto.
    Bìllori: sm.plur. Dolcetti da poco, duri, a base di farina di castagna. Prendono questo nome per la loro forma a piccolo cilindro (da ..."billo")
    Billoròne: sm. Ragazzone sempliciotto, buono a nulla.
    Bimbetto: sm. vedi Bamboretto.
    Bimba/o: sf./sm. Figlia/o: le madri a Viareggio chiamano "il mì bimbo" anche un figlio di 70 anni...
    Bischerata: agg. Di cosa fatta male, con incuria o superficialità / Scemata.
    Bischero: sm. Piccola levetta o piolo / Organo genitale maschile / Di persona che non è capace di farsi valere.
    Bòdda: sf. Rospo / Di donna bassa e grassa / "Fra le bisce e le b." luogo isolato e sperduto / B. ùcciara: Di aspetto estremamente ripugnante, anche tartaruga / Boddìni: girini.
    Bòffice: sm. Avè un bel b.: aver culo, fortuna / agg. Soffice, morbido; di persona: cicciottello.
    Boiata: sf. Nel gergo delle sartine (ma non solo) è un lungo filo "da imbastimento".
    Bottàccio: sm. Bottino, nel senso di contenuto dei pozzi neri.
    Bòzzo: sm. Pozzanghera.
    Bràa: sf. Mutanda, calzone / Braétta: sf. Mutandina da donna, costume da mare maschile
    Bràalone: sm. persona trasandata, in particolare che porta i calzoni col cavallo basso e le chiappe mezze di fuori.
    Brècche: sm. Catrame (dall'inglese black).
    Briào: sm. Ubriaco / Briàa: Sbornia / Briaèlla: Persona che spesso prende sbornie.
    Brillòcchi: sm.plur. Anelli e cincaglieria luccicante, ma falsi, "bigiotteria".
    Bròncioli: sm.plur. Scarti, pezzi piccoli di scarso valore.
    Brònzola: sf. Bolla / Acqua colle b.: acqua frizzante.
    Brònzolone: sm. Persona grassa e insulza, cafone.
    Bruciaùlo: sm. Bruciore o irritazione anale, emorroidi / fig. Timore, paura.
    Brùcio: sm. Grosso bruco, peloso che al contatto con la pelle irrita.
    Brùglioro / Brùgliolo: sm. Brufolo.
    Brùo: sm. Bruco / Nudo b.: Completamente nudo, fig. povero.
    Bùa: sf. Buca (in ogni senso: delle lettere, delle fogne, del cesso); Dolore, graffio, puntura (ling.infantile) / Andà per le bùe: v. Andare in malora, fallire.
    Buà: v. Bucare / nel gioco del calcio: Dribblare (vedi Trabuà)
    Bùo: sm. Buco (in ogni senso), ma soprattutto culo ("Che b.!" che fortuna) / B. strinto: tirchio / A b. a b.: appena in tempo / B. spanàto: persona molto fortunata.
    Buccellato: sm. Ciambella dolce lucchese o grossa ciambella in genere; sedile del cesso; eccesso di ciccia d'intorno alla pancia o alle gambe ("'Ampò che buccellati hai messo!").
    Bugnà: v. Brontolare in sordina, mugugnare; Rumore di tuoni in lontananza.
    Burbiglione: sm. Scarafaggio / fig. Prete (per la sua veste nera come fosse un b.).
    Burìna: sf. Bolina, andatura a vela / Andà di b.: v. Rigare via dritti, a "chiappe strette".
    Buzza: sf. Pancia.
    Buzzo: sm. Puttana in senso spregevole; Interiora dei pesci
    Buzzone: sm. obeso.





    Caà: v. Cacare.
    Càabasso: sm. Di persona bassa o di culo basso.
    Càadòro: sm. Coleottero di color verde brillante. Era credenza nei bamboretti che un c. rinchiuso in un bicchiere caàsse spiccioli.
    Caàna, Caétta: sf. Diarrea (anche Caaròne) / fig. Paura
    Caàta: sf. Feci / fig. Cosa di poco valore o realizzata male ("Il càri di vest'anno son delle c. !")
    Caccarè: sm. Persona di bassa statura, magra, macilenta.
    Caccaro: sm. Sporco aggrumato in piccole palline.
    Cacciùcco: sm. Zuppa di pesce tipica viareggina che, a differenza della versione più nota alla livornese, è caratterizzata da un brodo meno addensato.
    Caciòttoro: sm. grumo, coagulo.
    Calcamanino: sm. Figurina che con po' d'acqua e una leggera sfregatura i bamboretti si potevano trasferire sulla pelle, facendolo sembrare come un tatuaggio. / Figurina (come quella della raccolta dei calciatori)
    Calduffa: sf. Caldàna, "banfata".
    Calzino, Tirà 'l c.: vedi "Tirà 'l c."
    Caminà: v. Camminare / fig. Essere prossimi alla fine o alla morte ("Còce vell'ovo lì, che coméncia a c.") / Caminà 'n puntali: v. Camminare in punta di piedi.
    Camùciolo: sm. Fiorellino giallo che nascono nei poggioni sulla spiaggia / fig. Cosa di nessun valore ("E che m'hai datto? De' c.?!?").
    Canèstro: sm. Canestro dei doni e dei "chicchi" (dolci) che si prepara per i bamboretti di famiglia.
    Canfìno: sm. Olio per lumi e per la tradótta (vedi) / fig. Miscela di liquori forti.
    Càntero sm. / Càntera: sf.: Cassetto del "banco" (vedi) o del comodino / Cànterale: sm. Cassettiera della camera da letto.
    Canto: sm. Angolo di un incrocio a cui si dava un "nomìcchioro" (vedi) che indicava una persona, un luogo o un fatto accaduto.
    Cantùccio: sm. Fetta di pane tostato e dolciastro che veniva dato alle persone a dieta per convalescenza.
    Canzonetta: sf. Canzone / Spettacolo comico in vernacolo che tradizionalmente viene messo in scena durante il periodo del Carnevale.
    Capocchìna: sf. Varietà di radicchio.
    Capocchiòne: sm. Persona dura di comprendonio / Tipo di pesce.
    Carabòttolo: sm.Barattolaccio di latta / Oggetto di tipo meccanico mal funzionante e rumoreggiante.
    Carambambù: sm. Di oggetto tanto ingombrante quanto inutile.
    Carapùgnolo: sm. Scarabeo dei pini.
    Carduffo: sm. Ciocca arruffata di capelli.
    Carimìccio / Caremìccio, A c.: locuz.avv. Il modo di portare un'altra persona a cavalcioni sulle spalle o sulla schiena.
    Càrìo: sm. Nel gioco delle carte, carte che danno punteggi pesanti.
    Carnevale: sm. Grande confusione, situazione tesa di preludio di rissa ("Ma che c. c'hai fatto ne' ripostiglio?" / "In vella famiglia lì ci dev'èsse' del c.!")
    Càro: sm. Carri allegorici caratteristici del Carnevale viareggino
    Casétta: sf. Piccola casa (spesso un paio di stanze: da letto e cucina) che si trova "in fondo l'orto" nelle case "viareggine". D'estate è abitata dal proprietario della casa che così facendo può affittare la casa vera e propria "a' bbagnanti"
    Catafè: sm. Limite, in particolare del campo da gioco (ad es. nella lippa)
    Catubà: v. Rubare, sottrarre furtivamente.
    Cavallona: sf. Ragazza alta, vivace e formosa.
    Cavìgliolo: sm. Traversina della sedia che, fissata tra un gambo e l'altro, la irrobusticono.
    Ceàla: sf. Canocchia (specie di crostaceo marino) / 'Un toccà 'l culo alla c.!: non gli toccare il tasto dolente!
    Cècchio: sm. Grosso foruncolo ("Ni venisse un c. al culo!", malaugurio).
    Cèccia!: v. Siedi!, cuccia! (usato in particolare verso i bamboretti o gli animali domestici).
    Ceci: sm.plur. Moine, coccole. ("O billorone! 'un mi fa' 'cceci") / Cecione, Cecioso: (bimbo) viziato, voglioso di ceci.
    Cèe: sf.plur. Prelibato novellame di anguille; un tempo se ne trovavano in abbondanza nel canale Burlamacca ed erano parte della dieta dei poveri. Oggi sono rare, vietate alla pesca e perciò estremamente costose.
    Cenciorina: sf. Donnetta insulsa, pettegola.
    Céndora: sf. Cenere ("Va 'ppiove': 'ada 'l cielo com'è cendoraccio", color cenere)
    Ceppiòne: sm. Grosso "bruglioro" (vedi).
    Che d'è?: interr. Che è?
    Chiccabuàna: Località remota immaginaria ("Ma 'n dove andamo? A c.?"); letto o luogo di riposo ("Era stanco morto, e s'è ritirato 'n c.").
    Chiedòne: sm. Persona avvezza a chiedere insistentemente / Occhio c.: occhio supplichevole ("E' inutile che mi fai l'o.c.: 'un te li do!").
    Chiésa nóva: sf. Così era chiamata la chiesa di S.Andrea, di più recente costruzione rispetto alla "Chiésa vecchia".
    Chiesaròtto: sm. Bacchettone, baciapile, frequentatore assiduo di chiesa
    Chiésa vècchia: sf. La chiesa di S.Francesco, la più antica della città costruita nel cuore della Vecchia Viareggio.
    Chiocca: sf. Testa / Chioccone: sm. Testardo / Di persona di difficile apprendimento o dalla testa più grossa del normale.
    Chiocchetta: sf. Calvizie incipiente ("O che ti viene? la c.?")
    Chiocchétto, Chiocchìno: sm. Colpo dato con l'indice della mano per colpire, per dispetto, la chiocca di qualcuno, o per giocare con le biglie di vetro.
    Chiorba: sf. Testa (v.Chiocca).
    Chiùcco: sm. Copricapo di lana invernale, o spregiativo per qualsiasi altro copricapo ("E che c. ti sei messo 'n capo?")
    Ciàccaro: sm. Persona buona a nulla, sudicia, di poco valore.
    Ciàccia, Ciaccìna: sf. Frittella, o per esteso cosa schiacciata ("C'è montato sopra e l'ha fatta diventà una ciaccina!")
    Ciàccio: sm. Merda spiaccicata nelle mutande; spregiativo/ironico per titolo di studio ("Da vando c'ha 'l c. appeso 'n casa si fa chiamà dottore!")
    Ciàffaro: sm. Faccione colorito. / Ciaffaròna: agg. donna paffuta e colorita.
    Ciaffata: sf. Schiaffo.
    Cialdóni: sm.pl. Dolci schiacciati tipicamente versiliesi e viareggini, tipici dell'Epifania. Per farli occorrevano le piastre (vedi).
    Ciampa: sf. Polpaccio.
    Cianchétta: sf. Sgambetto.
    Ciancià: v. Intrattenersi in lunghe chiaccherate.
    Cianciuà: v. Balbettare, pronunciare male.
    Cìcciori: sm.pl., Riccioli, Cicciorùto: sm, Riccioluto.
    Ciciorani: sm.pl., Civiltà immaginaria di creduloni e sciabigòtti. In realtà i C. sono gli abitanti di Ciciorana, paesetto della Garfagnana.
    Cilucchi: sm.pl., Ciuffi di capelli spettinati.
    Cinciàglioro/Cinciàgliero: sm, Piccolo lembo pendulo di carne, anche umana (rimettiti nel fìstio vel c. lì!)
    Cincillàcchero: sm. (v.Cinciàglioro)
    Cincilécca, fare le c.: sf.plur. Allettare, far venire voglia.
    Cionco: agg., Rattrappito, azzoppato, troncato dai dolori.
    Ciotta: sf. Sterco.
    Ciottèllora: sf. Lucertola.
    Ciòttoro: sm., Contenitore di terracotta, per uso da cucina / Ciottorìno: sm, Piccolo contenitore di terracotta tipico della Fiera de' Ciottorini che si svolge il 25 marzo, per la ricorrenza della SS.Annunziata.
    Cipolla: sf. Orologio da taschino (detto anche "Favollo")
    Ciribignòccola: sf. Testa, capoccia, cranio.
    Ciriè: sm. Per indicare qualcosa di indeterminato (ha 'omprato di tutto: cavoli, pere e tutto il c.)
    Cìtto: sm. Centesimo (Vell'affare 'un vale un c.!)
    Ciùcca: sf. Ubriacatura ("Delafia se l'hai presa la c.!").
    Ciùccia: sf. Copricapo che viene "inghiozzato" in testa, cuffia di lana (Te la sei messa la c. 'n capo? Guarda che è freddo, veh!).
    Ciuccià: v. Succhiare, ciucciare / fig. Bere (avidamente) vino (A lullì ni piace c.!)
    Ciucciabellìori: sm. Di persona dalle labbra grosse e sporgenti, capaci di "ciucciare" gli ombelichi
    Ciuciàro: sm. Persona trasandata (da "ciociàro", pastore della Ciociarìa).
    Còccioro: sm. Tegamino in terracotta / Culo o intestino ("Ho 'l c. 'mpiombato/'ntasato") / Coccioròne: sm. accrescitivo per indicare un culone o anche un gonfiore da puntura d'insetto.
    Coda di ziffa: sf. Tromba marina.
    Cogliòmbari/Cogliòmberi: sm.plur. Coglioni / Rompimento di c.: sm. Scocciatore.
    Coiattolino: sm. Pezzetto di cuoio di forma ovale della forcella, dove viene sistemato il sasso da lanciare.
    Coltellaccio: sm. Cannolicchio, pregiato mollusco di mare che vive nella sabbia sottomarina e viene "straccato" dalle Libecciate. Detto anche "Nicchione".
    Coméncià: v. Iniziare, cominciare
    Comodo: sm. Scranno del gabinetto o gabinetto per estensione.
    Conchino: sm. Grosso e pesante vaso da fiori.
    Confidenzoso: agg. Persona che si prende, o dà, troppa confidenza, "tocchignone".
    Confino, Il: sm. Torre del Lago.
    Còo: sm. Cuoco.
    Coòmbalo, Coòmbaro: sm. Cocomero, testa grossa / Buru-tutùmme fra coòmbari: frase detta per minimizzare al bamboretto una sua caduta.
    Cotrione/Cutrione: sm. Spalle, schiena.
    Cotròzzolo: sm. Di cosa o persona grossa e tozza.
    Covata: sf. Escrementi di animali (cavalli, asini, cani) a forma di uova (Telofio! Il tu' cane m'ha seminato una c. davanti 'asa... ma che ni dai da mangià?!?).
    Covetta: sf. Tinozza in metallo per farci il bagno o lavarci i panni.
    Crèpa: sm. Zuppetta di pane nel vino zuccherato, detta anche "Zuppa del Seghetti"
    Croàtto: sm. Similitudine per cattivo (poiché nel XVII sec. i croati erano feroci mercenari di cavalleria leggera)
    Cuccuméggia: sf. Civetta (Porta male sentì cantà la c. opp. cuccumeggià).
    Cùffio: sm. Culo (Sai dove te lo devi mette' vel dito lì? In c.!!!)
    Cùgio: sm. Cugino.
    Cunìglioro: sm. Coniglio (En curiosi i c., ma anco chi ni da' da mangià...)


    Edited by litodanie - 16/1/2006, 14:49
     
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    Dà 'l via: v. Accendere, far partire, far cominciare, far andare via ("Luqquì è ppronto: ni dàmo 'l via?")
    Delafìa, Delofìo, Delafìbbia, Delanèna, Delanézza, Delapotta, Delapòttisa, Delafìschia, Delafìstia, ecc.: La più classica delle esclamazioni di stupore dei viareggini. Per enfatizzare, talvolta la "D" iniziale viene sostituita da una "T" ("Telofìo!")
    Degagé: sm. Sfizio, contegno (Fumo la pippa così... per d.!)
    Degrignolà: v. Scricchiolare, cigolare (Vando dormi d. 'ddenti) / Degrignolato: sm. Sgangherato, pericolante.
    Diaccio: sm. Ghiaccio / Diaccià: v. Ghiacciare
    Diàcio: sm. Barra del timone (anche figurativo nel senso di comandare: Al d. ci sono io? e allora fate come vi dìo io!)
    Diàntine: sm. Diavoleria, marchingegno (Ma come funge 'sto d. vì?)
    Diàulo / Diàule: sm. Diavolo
    Dibisciassi: v.rifl. Contorcersi, divincolarsi (Poverino! 'ada l' come si d. dal dolore!)
    Didavéro!: loc.avv. Davvero! Seriamente!
    Didòppo / Dòppo, il: sm. Secondo piatto (E per il d. che m'hai preparato?)
    Dìe!: loc. Dio! (Epperdìe / Eddìe / Per Dìe! che caciara che fate!)
    Dindellà: v. Dimenare, oscillare, muovere di qui e di là (Hai finito di d. vel coso lì?)
    Diperìde: loc.avv. Per ridere, per scherzo (O, ma 'un te la sarai mìa presa? L'avémo fatto d.!)
    Discorzi di Mussolini: sm.pl. Dolcetti di zucchero e mandorle (chiamati così in epoca fascista in maniera satirica)
    Dittaggio: sm. Proverbio
    Ditto: sm. Detto, motto
    Dolco: agg. Morbido, molle, papposo
    Drento: Dentro.
    Drittàgno: agg. Destro, destrorso, che sta a destra / sm. Di persona che usa la destra / In senso spregiativo: un tiro d.
    Droghe: sf.pl. Aromi da cucina
    Duro di menta: sm. Bastoncini di zucchero lavorato insaporiti alla menta (o con altri sapori) / fig. duro di comprendonio, "chiòccone"





    Ènno / Èno: Coniugazione del verbo essere alla terza persona plurale (=sono).
    Erba / Erbétta : sf. Erba commestibile in genere, verdura (Di 'ontorno facciamo du' erbette?)
    Eterno zifòne: sm. Termosifone





    Fà: v. Fare.
    Fanzè: sf. Donna (o fidanzata) fatale, capricciosa.
    Faonde: sf.pl. Vampate di calore sul viso.
    Fava: sf. Baccello / Pene.
    Favollo: sm. Granchio / Orologio da taschino (detto anche "Cipolla")
    Fegura: sf. Figura ("ma che f. mi fai fà!?")
    Fèro: sm. Ferro / àncora marinaresca / bisturi (è ito sotto 'ff.)
    Fiataccina: sf. Affanno, respiro ansimante
    Fido!: sm. Tregua, sospensione di un gioco, che un "gioatore" richiede a gran voce alzando una mano, come fosse un giuramento affinché gli altri non traggano ulteriore vantaggio da una situazione di gioco palesemente impari: è una parola ...magica, perché non è eticamente ammissibile non rispettare un "F.!"
    Figlio d'an cane!: Disonesto, manigoldo.
    Figlio d'un sette! F. d'un prete!: Discolo.
    Filussino: sm. Persona alta e smilza, in particolare con atteggiamenti da damerino
    Filza: sf. Collana (con part. rif. a quella venduta per S.Giuseppe, con infilzate nocciole) / Lungo spago o filo / Filza Rosalba: sf. Sequela di insulti o parolacce.
    Fio: sm. Fico (albero e frutto) / Esse' di f.: Essere fragili (come il legno del fico) / Fìi: sm.pl. Capricci / Fio secco: di persona smilza od oggetto lungo / Fio pallone: Gonfiore (come quello della lingua quando si mangiano troppi fichi).
    Fiofanne: sm. Di persona o cosa di poca resistenza ("Lullì è un f.: basta toccallo che casca 'n tera")
    Fiòne: sm. Pauroso e piagnucoloso ('Adelo lì che f.!)
    Fiòtto: sm. Rigonfiatura dovuta a cucitura mal eseguita.
    Fìstio: sm. Fischio / Patta dei pantaloni ("Ma 'unno vedi che c'hai 'l f. aperto?")
    Fistiòtti: sm.pl. Rigatoni / Son f.! o èn f.!: Sono guai! E' difficile!
    Fòa: sf. Sassaiola ("Ragazzi! Alla f.!!!")
    Fòri: Fuori / Esse' di f.: Forestieri / Esse' di f. (da 'ggangheri): Essere nervosi pazzi.
    Foìno: sm. Pidocchio (da Fòo, in quanto crea zone di prurito come fossero piccoli fuochi).
    Fòo: sm. Fuoco, fornello, focolare / Fòi: sm.pl. Baldorie, fuochi d'artificio (A che ora li fanno ffòi?).
    Foravìa, di -: avv. Che viene da fuori, forestiero.
    Forcella: sf. Fionda.
    Forestieri: sm.pl. Turisti, "bagnanti".
    Fottìo: sm. Moltitudine, abbondanza di qualcosa.
    Fottuto, prendere il -: v. Fuggire a gambe levate.
    Fraulìno: sm. Vino di uva fragola, fragolino / Esse' f.: Essere persona di poco affidamento.
    Friandò: sm. Gran confusione di cose di ogni genere, mescolanza, anche pietanza costituita da grande varietà di ingredienti (rafforzativo: F. con le cipolle).
    Frignà: v. Piangere in modo continuativo e noioso, bambinesco / Frignistèo: sm. Piagnistèo.
    Fuciacca: sf. Fascia strinta in vita che teneva fermi i calzoni.
    Fuffìgno: sm. Arruffìo, filo imbrogliato, rammendo malfatto / fig. Piccolo imbroglio (Fuffignone: sm. Imbroglione) / Fuffignà: v. Arruffare, imbrogliare.
    Fumà: v. Fumare / Fumaréccia: sf. Fumo denso e fastidioso.
    Fumìno: sm. Persona facile all'arrabbiarsi e/o a contestare vivacemente e/o a venire alle mani.
    Furia: sf. Fretta ('Un ave' f.!).
    Fùtere: sm. Persona gradassa e violenta.


    Edited by litodanie - 16/1/2006, 14:49
     
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    Gabina: sf. Cabina (es. quelle degli stabilimenti balneari o quelle telefoniche).
    Gàgno, a g.: sm. Di cosa fatta con sprecisione, a caso (ma com'è fatta a g. vesta rifinitura!).
    Gàima: sf. Uccello simile al gabbiano, ma di dimensione inferiore.
    Galàppia: sf. Laccio / Aggalappià (vedi)
    Galappióne: sm. Approfittatore, imbroglione, raggiratore, accalappiatore di ragazze.
    Gallónzori: sm.pl. Palle di rapini cotti.
    Gamellóne: sm. Persona alta e di gambe lunghe (da Gamello: cammello).
    Gànghero / Gàngaro: Sostegno di porte o finestre / Esse' fòri da 'g.: Essere nervosi pazzi.
    Ganza: Amante.
    Ganzo: Fare 'l g.: Spaccone / G.!: Forte! divertente!
    Gargàna: sf. Gola / Bere a garganella / Gargherozzolo o Gargarozzolo: sm. Pomo d'Adamo, esofago / Gargòzzo o Gargozzolo: sm. Tubo, gola.
    Gatta: sf. Pruno a forma di pallina. Se ne trovavano in quantità a' ppoggioni
    Gattini, (ffà g.): sm.pl. Vomitare ("Mangia, mangia! che poi vai a ffà g.!")
    Gavèdano: sm. Persona malfatta, deforme, brutta.
    Gavòrchio: sm. Persona malfatta, deforme, brutta (il g., in realtà, è un pesce di padule)
    Gente, La mì g./ Genti, Le mì g.: Parenti.
    Gghiòva: Sasso o piccola zolla di terra indurita / Di cibo di difficile digestione.
    Ghènga: sf. Combrìccola, gruppo di amici, compagnia.
    Ghiàule: sm. Diavolo.
    Ghidona: sf. Giostra / fig. Donna piuttosto cicciona, dal grosso culo / Ghidone, le: sf.pl. Luna-park.
    Ghindò: sm. Mulinello dell'argano, usato per manovrare l'àncora.
    Ghiòmo: sm. Gomitolo.
    Ghiòne: sm. Grosso cavo di un paranco per sollevare vele o pesi / Tirare 'l G.: v. Lavorare duro, fare sacrifici.
    Ghiòva: sm. vedi Gghiòva
    Ghiòzzo: sm. Piccolo pesce di poco pregio / fig. Persona per niente fine, rozza, maleducata ("delafia com'è g. lullì: niànco 'l bongiorno t'ha dato!") / sm. Colpo di sonno ("Ohimmèna! m'è preso 'l g.!").
    Giagàno: sm. Personaggio immaginario insaziabile e vorace. Per dire che una persona è di grande appetito si dice: "Mangia 'l mio, 'l tuo e vello di G."
    Gigliodòro: sm. Il ballo finale dei veglioni di carnevale.
    Gìngiari: sm.pl. Insieme di oggetti futili, o doni di poco valore ("pensierini").
    Gioà: v. Giocare / Giòo, il: sm. Gioco d'azzardo ("Lullì s'è rovinato col vizio del g.!") / Ggioi, i: sm.pl. Giochi de' bbambori, giochi del luna-park.
    Giorgìna: sf. Potente calcio al pallone con effetto; amichevole calcetto dato col tallone alle chiappe del vicino.
    Giorno, il: sm. Pomeriggio ("Allora? vieni domani 'l g.?").
    Giumèlla: sf. Concavità che si forma unendo le mani a forma di ciòtola / Giumellàta: sf. Il contenuto di una g.
    Gnàcche: sm. Cognac.
    Gnàcchera/Sgnàcchera: sf. Organo sessuale femminile; per estensione: bella ragazza.
    Gnìffito: sm. vedi Nìffito.
    Goiàta / Goràta: sf. vedi Boiàta.
    Gola: sf. Goloso, ghiotto / Fà g.: v. Piacere, allettare ("Mi farebbe g. una fetta di scarpaccia!").
    Gònfia!: Esclamazione che evidenzia un fatto plateale ("Gonfia! s'è 'nvestito!"), spesso facilmente pronosticabile ("Se continuino a gioà così le zebre pìglino 'n gol... Gonfia! te l'avevo ditto!")
    Govòne: sm. Rigonfio, bitorsolo.
    Grande, Fare 'l g.: sm. Sbruffone, cafone ("Come fa 'l g., vel pidocchio rifatto lì!").
    Grande, Piazza G.: sf. Ex ampia piazza in pieno centro di Viareggio dove ora sorge il municipio.
    Grandigiata: sf. Sbruffonata, cafonata.
    Grandiglione: agg. Ragazzo cresciuto o uomo dai comportamenti infantili / Borioso.
    Grascìno: sm. Vigile urbano, guardia comunale (da gràscia, ovvero l'insieme di vettovaglie e generi alimentari del mercato di cui un tempo erano custodi le guardie comunali).
    Grattàle: sm. Tipo di pesce / Bocca a g.: di persona con bocca larga e dentatura inferiore più sporgente a quella superiore.
    Grécchio: sm. Regaluccio, pensierino, complimento.
    Grìccio: sm. Letto disfatto (spregiativo).
    Grìmo: agg. Fitto, denso, gremito ("Mi sa che oggi al Corso c'è g. di genti").
    Grogrè: sm. Gros-grain, nastro rigido per rifiniture di abiti.
    Grugola': v. Borbottare, brontolare (dal verso delle tortore: gru-grù)
    Gùbbio: sm. Stomaco.
    Guscèlla: sf. Strumento di legno, a punta, usato dai pescatori per riparare o tessere le reti.
    Guscèllo: sm. Pigna aperta priva di pinoli, usato per alimentare il fuoco del camino, nonché per le baldorie (vedi).





    Hibbò!, Hibbò trogli!, Hibbòia!: interiezione. Esclamazione segno di profondo disgusto.
    Himmè!, Himmèna!: interiezione. Esclamazione segno di stanchezza, dolori (specie quelli della vecchiaia).





    Ìcchise: sf. La lettera "X" / Avè le gambe a I.: v. Avere le gambe malfatte, incrociate.
    Ierdilà: avv. Ierilaltro.
    Ignorantata: sf. Scortesia, azione priva di buone maniere.
    Imbarcato: sm. Curvo, malridotto / anche: vestito ("Ma come ti sei i.?")
    Imboddì / Imboddìssi: v. Ingrassare / ingrassarsi (Ingovòniti oggi, ingovòniti domani e pò t'imboddisci!).
    Imbozzì: v. Bagnare, riempire d'acqua.
    Imbrào: sm. Stato di abbandono, ozio ("Ti sei dàtto/buttato all'i.?")
    Imbreccà: v. Imbrattare, sporcare, fare una cosa disordinatamente (da Brècche, vedi) / Imbreccòne: sm. Pasticcione, spreciso.
    Imbrennà: v. vedi Imbreccà.
    Imbriaàssi: v.t. Ubriacarsi (da Briào, vedi).
    Impallucciàssi: v.t. Rimettersi in forma, in palla.
    Impancà: v. Incontrare, trovare.
    Impancàssi: v.t. Intrufolarsi, impicciarsi / Impancòne: impiccione
    Impescuglià: v. Sguazzare nell'acqua, impastricciare con l'acqua o altro liquido.
    Impestà: v. Puzzare, emanare o diffondere cattivo odore (anche Appestà)
    Impetturìssi: v.t. Sporgere il petto in fuori.
    Impolpà: v. Inzuppare, infradiciare ("Con tutta l'acqua c'ho preso mi s'ènno i. gli scròi!").
    Imprugà: v. Dirigersi (da "prua") / anche fig. ("Occhio perché 'l tu' figliolo s'i. in una strada sbagliata!")
    Impupporìssi: v.t. vedi Impetturìssi.
    Inacciarìssi: v.t. Diventare rigidi come l'acciaio.
    Inariàssi: v.t. Impermalirsi, prendere a male, risentirsi.
    Incaccarìssi: v.t. Indurirsi, seccarsi, diventare duro come un càccaro (vedi) / Rimpicciolirsi, curvarsi dalla vecchiaia ("Ma l'hai visto come s'è i. su' pà... E ppover'omo: ha 80 anni!")
    Incalocchià: v. Picchiare, impalare con un bastone (da calocchia, bastone per battere il grano).
    Incatanà / Incatagnà / Incatanàssi: v./v.t. Inserire a forza senza poi possibilità di disinserire / fig. Innamorarsi perdutamente, da cui Incatanàta: cotta amorosa.
    Incorallàta: agg. Donna incinta (per analogia con la ceàla, vedi, la cui femmina, quando è piena d'uova, presenta sotto il dorso una striscia rosso corallo).
    Incugnà: v. Inserire con forza un bastone in un buco o, ad es. la testa del martello nel manico.
    Indaloccà: v. Dondolare o scuotere il capo.
    Indolchì: v. Rendere mollo, dolco.
    Ingiàri / Lingiàri: sm.pl. Biancheria intima femminile / Indumenti superflui e pacchiani.
    Ingollà: fig. Soccombere senza opporre la minima resistenza.
    Ingubbiassi: v.t. Mangiare esageratamente da riempirsi il gùbbio (vedi)
    Inguènguero: sm. Intingolo saporito.
    Intopà: v. Lavorare in modo impreciso, arruffato, pasticciato. ("Hai finito d'i.?")
    Intoppà: v. Incontrare casualmente, urtare, indovinare, inciampare.
    Intrabiscolà/Intrabuscolà: v. Confondere, scompagnare, imbrogliare cose o fatti. ("Ma che è vell'intabuscolata lì? di' piuttosto la verità!")
    Intrafunà: v. Imbrogliare, invischiarsi, ingrovigliare.
    Intrampolà: v. Inciampare.
    Inzegnà: v. Indicare, additare. ("Chi è di loro lì 'l tu' marito? 'Nzegnimelo.")
    Inzidrìto: agg. Screpolato dal freddo ("Dal diàccio mi s'ènno 'nzidriti 'nninnoli!")
    Inzìnnonnò, Inzìnnonnòe, Inzinnò: avv.di negazione. Sennò, altrimenti ("Se c'andàmo, bene. Inzinnonnò ti telefono")
    Inzovànto: Parecchio, molto. ("Ti devo racconta 'nzovante di velle 'òse...")
    Inzuccà: v. Scontrare violentemente il capo di due persone, investire frontalmente.


    Edited by litodanie - 16/1/2006, 14:48
     
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    Labbrata: sf. Schiaffo, manrovescio.
    Lacca: sf. Natica, chiappa.
    Laggiù mamài: avv. Molto lontano ("En de' bbagnanti che venghin di l.m.: fanni le 'osìne ammodìno).
    Làmmia: sf. Lemento insistente, monotono, continuo, piagnone, noioso. ("Delafia che l. che è vel bamboretto lì! Se fossi su' pà ni darei du' labbrate!")
    Lampà: v. Lampeggiare.
    Landò: sm. Carrozza signorile a quattro ruote, tirata da due o più coppie di cavalli.
    Làpise/Làpisse: sm. Lapis.
    Larghedò: sm. Di persona dall'andatura dondolante ("A l.! ...e ddelofìo, 'l marciapiede è tutto tuo!")
    Lavarone: sm. Materiale vario (stecchi, conchiglie, fogliame, rifiuti) "straccato" sulla riva dal mare in burrasca. / fig. Caffè mal filtrato ("Ma che m'hai datto? del l. 'n tazza?")
    Lé: pron.pers. Lei.
    Leccà: v. Leccare
    Lécca: v. Legnata, bastonata, botta, schiaffo violenta.
    Leccafìe: sm./sf. Persona molto meticolosa, precisa, ricercata nel vestire e nei modi.
    Leccantrùgli: sm. Persona golosa e avida.
    Lecchìno: sm. Baro, imbroglione, prepotente ("Se continui a ffà llecchino con te un ci gioo più!") / Lecchinata: sf. Imbroglio dispettoso, sopruso.
    Lecciona: loc. Tratto di spiaggia libera di Viareggio che si trova in fondo al Vialone (vedi) nella Marina di Levante.
    Legurino: sm. Smilzo, magro.
    Lellì: pron. Quella lì (riferito a donna).
    Léllora, Ellora: sf. Edera.
    Lembrùgio: sm. Ingordo, ghiotto / persona che chiede qualcosa di continuo, petulante.
    Léppio: sm. Sporco, mistura di polvere e sudore che si forma sulla pelle / Leppioso: sm. Persona sporca (anche moralmente), sudicia, unta, sudata e puzzolente.
    Léto: agg. Sporco, spesso inteso in senso morale ("'Ada lullì che leto, legge 'ggiornalini porno!")
    Levà: v. Levare, togliere, alzare / Levà di sentimento: v. Seccare, frasctornare, snervare / Levà di braccio: v. Mandare presto a lavorare ("Mi pà stamane ma levo di braccio alle 4!")
    Lézzora: sf. Ragnatele di polvere che si formano negli angoli delle stanze o che pendono dai soffitti. / Indumento eccessivamente leggero o ristretto ("Col freddo che c'è, te con vella l. lì ci pigli valcosa").
    Libecciata: sf. Violenta mareggiata provocata dal vento di libeccio che, in genere, dura 3 giorni. / fig. Violenta lite, scenata, rimprovero / sf. Tradizionale banda ufficiale del Carnevale di Viareggio, il cui costume fu disegnato da Uberto Bonetti.
    Linchétto: sm. Folletto dispettoso, personaggio immaginario a cui si attribuisce dei danni di cui nessuno vuole prendersi la colpa ("Lù 'un è stato, lè nemmeno: e allora è stato 'l Linchetto!").
    Lingiàri: vedi Ingiàri.
    Lippa: sf. Gioco di ragazzi simile al baseball, che consisteva a far saltare un pezzo di legno (lippa) colpendolo con un bastone (lozza) su una delle due estremità appuntite, per ricolpirlo nuovamente al volo e scaraventarlo il più lontano possibile, oltre il "catafé" (vedi). Se l'avversario afferrava al volo la lippa il tiro era annullato. Inoltre se il battitore non superava il catafè entro tre tiri, "moriva in Libia" e passava la mano.
    Lisà: v. Consumare, logorare (in particolare usato per gli indumenti)
    Litià/Letià: v. Litigare.
    Liticàgliolo/Liticàgnolo: sm. Attaccabrighe, che cerca pretesti per "litià".
    Loccià: v. Rollare, dondolare, andatura dondolante, il muoversi di un oggetto che inserito in un altro non aderisce perfettamente ("i ppiedi, in veste scarpe vì, mi ci lòccino").
    Locco: sm. Citrullo / fig. "Torellaghese" (abitante di Torre del Lago)
    Lòffa: sf. Peto fetido emesso senza rumore / Specie di tuffo eseguito rannicchiandosi su sè stessi.
    Logrà: v. Consumare / fig. Tormentare, assillare.
    Logro/Logrìo: sm. Tormento interno / Sensazione di fame ("Ho un logrìo di stòmbao...")
    Lonza: sf. Fianco ("Se 'un istai bono ti dò 'n colpo nelle lonze!")
    Loppòra: sf. Palpebra.
    Lorolì: pron. Quelli lì (riferito a un gruppo di persone).
    Lotro: sm. Otre / Esse' pieno come un l.: v. essere satolli.
    Lù: pron.pers. Lui.
    Lucca!: escl. Eufemismo per "merda!", per il secolare campanilismo tra Viareggio e il capoluogo della provincia. Spesso usato nella tombola quando viene estratto il 9 (corrispondente, nella cabala, appunto, a "merda").
    Lucchese: agg. Di persona tirchia ("Che l. che dev'esse lullì: 'un mangia per un caà!").
    Lùcciora/Ulciora: sf. Ulcera.
    Luce, la -: sf. Energia elettrica, bolletta dell'energia elettrica ("Me la vai a pagà la luce?")
    Lùdrio: sm. Mascalzone, farabutto.
    Lullì: pron. Quello lì (riferito a uomo).
    Lulloròne: sm. Buono a nulla, bighellone, perditempo, balordo.
    Lunàri: sm.pl. Strane esigenze, comportamenti inconsueti, pretese ("Come mai mi tiéni 'l muso? e cché llunari sono vestivì di prima mattina?") / Avè i l.: v. Essere nervoso, insofferente, lunatico / Sbarcà il l.: v. Tirare a campare alla meno peggio, con poche risorse, arrangiarsi.
    Luneddiàna: sf. Giorno di festa (lunedì) per barbieri e calzolai.
    Lustra': v. Illustrare / Esse lustrato: v. Essersi vestito, acconciato, a festa ("Delafia come ti sei lustrato! Essi pò sapé in duve vai?")





    Ma' / Mimà: sf. Mamma ("E ttu ma' che t'ha dìtto?")
    Macéa: sf. Maceria.
    Macinàto: agg. Stanchissimo, distrutto ("Ohimmèna come sono stanco m.!")
    Macubino: sm. Tabacco da fiuto usato un tempo dalle nonne.
    Madròne: sm. Disturbo delle vie respiratorie caratterizzate dal "respiro col fischio".
    Maggiàno: loc. Località dove era sito un manicomio (vedi "Villette, le") e per, estenzione, matto ("Sì, ma te sei da portà a Mmaggiano!")
    Magnàno: sm. Ambulante che rattoppava paioli, secchi e casseruole.
    Maladéggio! / Maladétto!: escl. Maledetto! ("Maladetto te e le tu' 'orna!")
    Malafóra: sf. Termine marinaresco per indicare i mari lontani fuori dal Mediterraneo ("Lullì è stato capitano di mare di m.")
    Malaìsso: sm. Giovanotto scapestrato, screanzato, rompicollo.
    Malcaàto: agg./sm. Di persona o cosa venuta male, deforme, estremamente brutta.
    Malfidanza: sf. Diffidenza.
    Malnemìo: sm. Nemico, contrario, avverso ("Io son m. a pparlà mmale delle genti").
    Mammùra / Mammurìa: sf. Abbondanza ("Pòttisa! che m. su vesto tavolo!")
    Mandrìno: sm. Trapano (per intero: in italiano, invece è solo la parte che tiene la punta).
    Mànfano: Buco della botte, ma in viareggino è usato come eufemismo di culo ("Anco stavolta me la messa nel m.!")
    Mangià, il da: sm. Cibo ("E' pronto 'l da mangià?")/ Mangiàri, i: sm.pl. Piatti, pietanze ("Mi mà ssì che ffà de' mmangiarìni bòni un fottìo!").
    Mantìle: sm. Tovagliolo, grembiule. In marinaresco velaccio (la più piccola ed alta vela quadra).
    Màola': v. Ammaccare / Màolato: agg. Pieno di lividi
    Maóne: sf. Stomaco, interiora (dei polli) / Èssessi unti 'l m.: v. Aver fatto una bella mangiata.
    Marafèo: sm. Ragazzo discolo, vivace, inquieto, noioso ("Ora te n'accorgi te: passa la stùrma de' mmarafèi!").
    Maràme: sm. Rifiuti lasciati, straccati, dal mare sulla spiaggia.
    Marettòne: sm. Mare molto mosso con onde schiumose irregolari. / fig. Situazione tesa, ingarbugliata.
    Marginétta: sf. Piccolo o grande tabernacolo con immagini sacre.
    Margòffa / Margóna: sf. Donna bassa, grassa ed impacciata.a.
    Marinése: sm. Abitante della zona costiera. Così i parrocchiani della "Chiesa Vecchia" (S.Francesco, costruita nella Vecchia Viareggio) chiamavano quelli della "Chièsa Nòva" (S.Andrea, sull'ex via della Costa, l'attuale via Paolina).
    Marmìccio: sm. Cibi pesanti e di difficile digestione, ...pesanti come il marmo ("Per digerì vel m. lì ci vole uno stòmbao di fèro!").
    Marugàno: Persona maleducata o grezza.
    Màssima: sf. Grande insieme di cose o persone ("Lasseli stà: ènno una massima di marugani!")
    Màstio: sm. Maschio, virile / Pus solido che si forma in un ascesso o brufolo ("Strìzziti 'l bruglioro fino a fatti venì ffori 'l m.") / Mastiàccio: sm. Lesbica ("Lellì dice è 'n mastiàccio...").
    Matéo: sm. Cappello duro a cilindro diffuso nell'800. Si racconta che un tempo un viareggino ed un camaiorese si sfidarono in piazza in una gara consistente nel riempire un matéo con una sola "caàta". Vinse abbondantemente il camaiorese che lo fece addirittura traboccare. Da qui il detto spegiativo: "A' ccamaioresi ni traboccò 'l matéo!"
    Matonàta: sf. Di cosa pesante, difficile a digerire o sopportare ("Vel filme è 'una m.! 'Un c'andà a vedéllo!")
    Mattàna: sf. Agitazione incontrollata, nervosismo esasperato ("macché t'è ppresa la m.?"), azione sconsiderata.
    Mattìa: sf. Giochi, ruzze dei ragazzi o dei "bamboretti" ("State bòni!!! Che le mattìe vanno 'm pianto!")
    Matùffo: sm. (usato al pl. "Matuffi") Piatto di polenta conditi con pomarola (o sugo di carne, di salsiccia, o di funghi) e formaggio / Sbruffo emesso nel sonno, il cui rumore è simile a quello emesso dalla polenta in ebollizione ("Delafia che nottata: 'un hai fatto altro che ffà mmatuffi!") / Persona tozza, dal busto corto e dalle gambe fine).
    Mèa: sf. Merda / fig. Adulazione, comportamento tale da far perdere del tempo ("Viaaa! 'un fà lla mèa che c'hó da fà!")
    Méggia: sf. Grosso sterco di vacca o di altro animale, esteso scherzosamente anche a quella umana.
    Meggiòne: sm. Persona grossa e lenta di movimenti o di riflessi.
    Menà: v. Guidare, trasportare, portare, dondolare. / Menàta: sf. Gita.
    Menàita: sf. Barca stretta e lunga usata per la pesca delle acciughe.
    Mendolòso: sm. Triste, malinconico.
    Ménta, (Duro di -): sf. (sm.) Bastoncini di zucchero lavorato al sapore di menta, ma non solo ("Ma come saran bone le m. della.Farnocchia di via di mezzo!", "Sìvve, però per me èn meglio velle della Giorgia").
    Mentovà: v. Ricordare, richiamare alla mente, citare.
    Merdaccìno: sm. Specie di scarabeo "battezzato" così perché rotola piccole palline di sterco. / Bottinaio, addetto alla svuotatura dei pozzi neri / Benevola e scherzosa offesa verso una persona ("O m.! 'n duve sei stato finora?").
    Méstola: sf. Lungo mento / Mestolòne: sm. Persona dal lungo mento ("A te, vel m. lì t'è volzuto passà avanti!") / Mestolìno: sm. Bazzina appuntita, tipica del bamboretto che sta per piangere.
    Metìoloso: sm. Persona estremamente o eccessivamente precisa.
    Mezzaséga: sf. fig. Persona piccola o di infimo valore, qualità, capacità ("Che vòi che ti facci lullì... 'uno vedi che è una m.? Ni dai una puntata che po' 'uno rionosce più nianco su' mà!")
    Mìccio: sm. Somaro / fig. Scolaro o studente che vanno male a scuola ("Anco vest'anno l'han bocciato? Delafia che m. ch'è 'l tu' figliólo!") / "E' inutile picchià, 'l miccio un vole andà": detto di persona che si ostina a prendere ordini e "rigare dritto".
    Miga / Mìa: Mica.
    Mignàgnora: sf. Bazzecola, quisquilia, inezia ("Che hai da lamentàtti pròpio te: in confronto a' mmi mali, i ttui èn mignàgnore!")
    Mimà: sf. Mamma, col "mì" possessivo rafforzativo ("Bella mì mimà!")
    Mì nonne, le -: sf.pl. Le folene che vengono alzate nelle "baldorie" (vedi)
    Mirinvengo, Avè perso il m.: Aver perso il bandolo della situazione, l'orientamento, la razionalità.
    Mòcco: sm. Tozzo, pezzo di qualcosa ("Me lo dai un m. di pane" / "E' 'nutile tu ciabbia vel m. lì fra le gambe se 'uno usi!")
    Mondìna: sf. Caldarrosta / "T'ha scottato la mondina?": detto a una persona il cui lavoro si è interrotto per cause a lui non imputabili.
    Monturàssi: v. Vestirsi bene, agghindarsi, vestire un'uniforme ("Come ti sei m. stasera! che vai dalla ganza?").
    Mòrca: sf. Grasso nero e sporco che si trova nelle parti meccaniche, gocce di nafta o olio bruciato che si attacca alla bàttima del mare o sugli scogli ("Maremma cane! mi son mìsso a sedè sulla m.!").
    Morétto, il -: sm. Nomignolo affibbiato al simulacro della statua di S.Antonio nella "Chiésa Vecchia" per il colore scuro del viso. Fu "fatto a Orti Sièi (Ortisei), guasi in Naustria, e 'l pittore - che aveva sentito dì che andava a Vviareggio - n'aveva già datto 'l colore di stagione (l'abbronzatura)".
    Moròidi: sf.pl.. Emorroidi ("Delanèna come mi brùcin le m., devin esse' stati tutti ve' llupini che m'hai fatto mangià iersera").
    Mòtta: sf. Grande quantità di pesce ("'Ada m. di mùggini che c'ènno!!!")
    Movimento: sm. Meccanismo che anima i mascheroni dei carri di carnevale ("Vest'anno sul carò, altro che a bballà! Mi toccherà èsse a 'mmovimenti!!!" detto in situazione di mancanza di denaro). Un sempliciotto soprannominato Buzzino, si ritenne talmente importante per essere destinato ai movimenti di un carro intitolato "La garçonne" che si fece stampare un biglietto da visita di questo tipo: "BUZZINO, Direttore de' mmovimenti al càro La Garzònne"
    Muciétta: sf. Manciatina, piccola dose o quantità ("Me la dai una m. di lupini?")
    Muso: sm. Viso, faccia, in senso negativo o spegiativo / "Fà 'l muso": Mettere il broncio / "Muso leto": faccia a delinquente / "Muso pesto": viso provato da una fatica o dalle bòtte ("Vammi a comprà ddù palanche di muso pesto, e se 'un ce l'hanno dinni che te lo péstin subito") / "Muso prugno(lo)": faccia da schiaffi.
    Mutàssi: v. Vestirsi bene, indossare l'abito delle grandi occasioni.
    Mùtoro: sm. Che non riesce o vuole parlare.





    Nàtie, le - / Nàtio, il -: sf.pl./sm. Istituto tecnico nautico ("S'è volzuto segnà alle nàtie")
    Nato e caàto: Genuinamente originario del posto.
    Ne: Locuzione pronominale per "glielo", "gliela", "glieli", "gliele" ("Ora ne le dò di santa ragione!"
    Néccio: sm. Schiacciata di farina di castagne cotta, come pper i ccialdoni, fra due piastre. E' risaputo "che 'l n. và mangiato con la riòtta".
    Nenàta: sf. Capricci, storie, sciocchezze, fìsime. ("Vante nenàte! si vede che 'un c'hai 'ppenzieri!")
    Nérchia: sm. Membro maschile, fallo. / Nerchòne: sm. Persona molto dotata.
    Nesci, fare il n.: Fare finta di niente, ignorare di proposito.
    Nevàra: sf. Nevicata.
    Ni: Locuzione pronominale per "gli", "le" ("Ni vòi bene a ttu pà?")
    Nìcchia: sf. Arsella, tellina / fig. Organo genitale femminile.
    Nìcchio: sm. Arsella, tellina. / Nicchiòni: sm.pl. Grosse arselle straccate da' mmarettoni 'nzieme a' ccoltellacci.
    Nicchiaio/a: sm./f. Pescatore o venditore/venditrice di nicchi, arselle.
    Nìcchise!: Negazione categorica: "no, per niente!"
    Nìffo: sm. Grugno / Nìf(f)ito/Snìf(f)ito/Gnìfito: sm. Imbronciato, noioso, scontento, altezzoso.
    Nìmo: pron.indef. Nessuno ("Vì 'un c'è n.")
    Nìnnoli: sm.pl. Piccoli soprammobili / fig. Testicoli
    Niscì: v. Uscire
    Nizzà: v. Macchiare, ammaccare ("Veste mele èn tutte nizzate")
    No: locuz.pronom. Lo ("Ma 'un no vedi 'l tu' figliólo?")
    Nocèlla: sf. Nocciola ("Se vai a San Giuseppe, me la 'ompri una filza di nocelle?").
    Nocciorìno: sm. Piccola protuberanza ossea, come le vertebre della schiena o il mallèolo / Falange.
    Noccoloso: agg. Ossuto, nodoso ("A te! mi minacciava co' un bastone noccoloso!").
    Nòe / Nòvve / Nòvve-po': avv.neg. No (più categorico e determinato).
    Nomìcchioro: sm. Soprannome scherzoso.
    Nóva: sf. Novità, notizia, fatto nuovo. / E' nnóva!: Esclamazione che evidenzia un fatto che si reitera spesso ("Ho letiàto con la mi' moglie"... "E' nnova!")
    'Nzovànto / 'Nzommavànto: vedi 'Unzovànto.





    Òbbise: sm. Hobby, passatempo.
    Ócchialone: sf. Guardone, curioso, che guarda insistentemente ("O occhialone! hai finito di guardà le gambe alla mì dama?")
    Occhio a boga morta: sm. Occhio spento.
    Occhio bào: sm. Occhio languido o semichiuso dal sonno o da una malattia.
    Occhio lungo, avè l'-: v. Essere lungimiranti, prevedere, vedere lontano.
    Occhio pollìno: sm. Piccolo callo profondo che si forma nel dorso delle dita dei piedi.
    Occhi bianchi: sm.pl. Occhi chiari o acquosi.
    Occhi 'n tralice: sm.pl. Occhi strabici.
    Ohimmè, Ohimmèna: interiezione. Vedi Himmè.
    Olio d'origine: sm. Olio di ricino.
    Ombrellìno: sm. Ragazza di facili costumi, poco seria (perché si apre e chiude come un ombrellino).
    Òmo di fèro: sm. Fontanella a colonnina da piazza.
    Ordinòtte: sf. Ultima parte della giornata annunciata da dodici rintocchi di campana un'ora dopo il tramonto o l'Avemmaria.
    Orèlia: sf. (via) Aurelia, importante via che taglia longitudinalmente in due tutta la Versilia.
    Órellànno: sm. L'anno scorso ("Vest'anno faccio 'l bagnino come l'orellànno").
    Orilògio: sm.fig. Bel sedere di donna (che si fa guardare spesso e con attenzione come con un orologio).
    Orto: sm. Piccolo terreno, giardino, giardinetto tipico delle case "viareggine" che è attraversato dal passino (vedi) che unisce la casa alla casetta (vedi).
    Ossetti di morto: sm.pl. Biscotti d'albume montato a neve, cotto e forgiati a tibia, tipici della festa di commemorazione dei defunti del 2 novembre.
    Óvo: sm. Uovo / O. duro: sm. uovo sodo, come quelli che, decorati e benedetti, sono tipici per essere consumati a inizio pasto di Pasqua / "Hai voglia di bé ova!": Puoi fare quello che vuoi, ma non ce la farai mai.


    Edited by litodanie - 16/1/2006, 14:48
     
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    Pà / Pappà: sm. Babbo.
    Pacchìni: Nome del più famoso cenciaio della Viareggio d'un tempo / Portà valcosa al Pacchìni: disfarsi, rifiutare un oggetto o un dono reputato offensivo ("E che è vell'affare lì? Portelo al P.!") / Èsse come 'l Pacchini: conservare tutto, non buttare via niente.
    Paióla/o: sf/m. Recipiente di rame con gancio da appendere al focolare. / Paiolìna: sf. Recipiente di ferro o latta che veniva usato per conservare l'acqua quando non esisteva ancora l'acqua corrente. L'acqua veniva attinta con la ramìna o ramaiolìna (vedi).
    Paiolàto/ Paiólo: sm. Pavimentazione della stiva di una nave. / Andà a ppaiólo: v. Scendere giù in basso.
    Palànca: sf. Moneta da un soldo / Palanche: sf.pl. Soldi, quattrini.
    Palancìta: sf. Muretto, steccato, recinzione in legno, palizzata / P. del molo: sf. Luogo riparato del molo.
    Palancóso/Palancàro: sm. Ricco, persona facoltosa
    Palcheggià: v. Andare avanti e dietro in modo agitato e reiterato ("Hai finito di palcheggià? guarda che hó datto 'l cencio ora!")
    Palle dell'occhi: sf.pl. Bulbi oculari. ("Vando ni dissi così mi spraccó le p.dell'occhi")
    Palle di semola/sémbola: sf.pl. Persona senza carattere, debole.
    Pallétio: sm. Noia ("Mi fai venì 'l p." = mi stai annoiando) / Tremore, sussulto, paura.
    Pallétte: sf.pl. Cucchiaiate di polenta condite con pomarola e formaggio simili ai matuffi.
    Pallòccoro: sm. Grumo ("Dio bono!!! La pulènta m'ha fatto 'ppallòccori!")
    Palloccoróso: sm. Pieno di pallòccori / fig. Persona o discorso prolisso, noioso, lungo, cavilloso.
    Pallone: agg. Duro e grossolano ("L'hai a mmangà tte, vè fìi palloni lì!", fichi non maturi)
    Palma di vell'òmo, la -: Persona tremenda, impossibile, indomabile.
    Palonzo, gambe a p.: Gambe tutte d'un corso, senza il normale restringimento all'altezza delle caviglie.
    Palpiàta/Parpiàta: sf. Veloce ed intenso battito di cuore ("Te l'ha ffà du' spaghettini? 'Un fà complimenti: ci metto una p.!")
    Palussìno: sm. Persona alta e smilza, simile ad un palo.
    Pancioròtto: sm. Gilet.
    Pane e cacìno: sm. Specie di trifoglio con fiorellini rossi di cui si usava masticare gli steli per il loro sapore agrodolce.
    Papànti, il: sm. Nome alternativo del Palazzo Paolina assegnato dai viareggini in quanto nel 1858 divenne di proprietà della famiglia Papanti di Lucca.
    Pàparo-pàparo: agg. Comodo, in condizione di agio e benessere ("Me ne stavo p-p. sul sofà vando arivò la Terè con vella su' voce stiàppata...").
    Paré: v. Sembrare. / Par diviso: locuz. Che sembra una cosa fatta e pensata apposta ed invece era casuale ("Ehó, mi tocca 'ndàcci almeno una volta, sennò par diviso 'un ci vogli andà per via di su' mà").
    Parola turchina: sf. Parola/formula magica.
    Parpèlla: sf. Disco di sughero usato dai pescatori per tenere a galla il cavo portante della rete / Salvagente di sughero (anche in senso figurativo: "Delafia come sémo al verde: niànco le parpèlle ci sàlvin più!")
    Parte: sf. Compiti scolastico da fare a casa ("A ggioà ci vai vando hai finito di fà la p.! 'Nteso?")
    Partaccia: sf. Rimprovero. ("Ora ci vado io, ni faccio una partaccia a lullì...")
    Pasimata: sf. Torta di origine umile fatto con pasta da pane, farina di granturco, uva secca.
    Pasimato: agg. Pallido (come la tonalità di giallo della pasimata, vedi) ("Ma ti senti mìa male? sei d'un giallo p.!").
    Passìno: sm. Stretto e lungo corridoio che attraversando l'orto (vedi) delle case viareggine porta dalla casa alla casetta (vedi).
    Patafióne: sm. Ceffone, schiaffo ben assestato, lécca (vedi).
    Patàna: sf. In marinaresco è una giornata di bonaccia di vento e di mare, afosa. / fig. Sonnolenza, stanchezza che spesso prende dopo pranzo, per cui "uno, se póle, si va a appisolà")
    Patanécchia: sf. Pesce piatto simile alle sogliole, ma di qualità più scadente. Nonostante ciò è ottimo "marinato" o nel "fritto misto di pesce alla viareggina".
    Patì: v. Soffrire, patire, tribolare.
    Pattarùglia: sf. Fanghiglia alta ed appiccicosa. ("Ma 'n che p. m'hai porto?").
    Pattuglià: v. Pasticciare, sporcarsi. ("Avete finito di pattuglià co' ppiedi 'n vella bozza lì?")
    Pécchia: sf. Peluria che riveste la castagna sbucciata ("Ma che c. hai cómpro? èn pecchióse!")
    Pedalà: v.fig. Smammare, uscire dai piedi ("Pedala! prima che ttu raccatti de' ccolpi!") / v.fig. Lavorare sodo ("O bàmbori, con tutti 'cchiodi c'avémo, o ssi pedala o ssi va a bballàcchera!")
    Pelècche: sf.scherzoso Ragazzina sbarazzina, saputella e vivace.
    Pellicciata: sf. Gioco de' bbamboretti che consisteva nel colpirsi con le "pellicce", zolle di terra ricoperte d'erba ("Fàmo alle pellicciate?")
    Pellistrèllo: sm. Pesce a forma romboidale, schiacciato, simile alla razza. Detto anche pottìno.
    Pèn(n)eri: sm.pl. Pendagli, nappine, rifiniture.
    Pènza: sf. Ripiegatura cucita degli abiti, fatti per "scorcià una bràa o una sottana".
    Penzieroso: sm. Preoccupato / Pieno di premure, di gentili pensieri ("O Carola, tu vedessi com'è penzieroso 'l mì Beppe co' mme: mi porta sempre du' fiori dalla Migliarina!")
    Peóna, alla: Modo di indossare il cappello, con la tesa sul davanti rialzata e il cappello floscio in isghimbéscio. Come indossato dai peones argentini.
    Peorite: sf. Pleurite / fig. Detto di uomo cornuto, pèoro. ("Vedi lullì? soffre tanto di ...peorite")
    Pèoro: sm. Cornuto.
    Pepone / Popone: sm. Melone.
    Peporìno: sm. Timo, erbetta aromatica facilmente ritrovabile negli orti. ("Ce l'hai misso 'un popoìno di peporino?").
    Perinnà: avv. Più in là, da quelle parti là. ("Mettiti perinnà, ch'é perìoloso!").
    Perinquà: avv. Da queste parti ("O ddove l'hó misse le chiavi... eppure èrin perinquà!")
    Perugino: sm. Bottino, contenuto dei pozzi neri, bottàccio (vedi).
    Péscio: sm. Pesce.
    Péscio-porco: sm. Delfino.
    Pesétto: sm. Pisello / Naso a pesétto: naso a pallina ("Che ci troverà lellì in vel naso a pesétto lì?").
    Petàgno / Pitàgno: sm. Inghippo, causa di qualcosa, nocciolo della questione("Un lo vedi che se ti ci metti lo trovi 'l petagno?").
    Petécchia: sf. Grumo di sporco attaccato alla peluria del corpo.
    Pèzzià / Pizzià: v. Pizzicare ("Delofio come pézzia vesto zzenzero vì!") / Pezziènte/Pizziènte/Pezzióso/Pizzioso: agg. Che pizzica.
    Piaceroso: sm. Di persona disponibile, sempre pronto a rendere un piacere, ad aiutare.
    Piastra: sf. Ferro da stiro di tipo antico (che si scaldava mettendolo sul fuoco).
    Piastre: sf.pl. Testi, due piastre di ferro accoppiate che vengono usate per fare i 'ccialdoni o 'nnecci. I vicini di casa se le prestavano a vicenda e spesso finiva che il legittimo proprietario 'un le rivedeva più!
    Piazza delle Paure: L'attuale Piazza Garibaldi, così rinominata per il monumento ai caduti istallato nel 1927, opera di Rambelli e Viani, che non piacque ai viareggini.
    Piazza Grande: L'ex piazza principale di Viareggio, dove ora sorge il palazzo municipale.
    Piazzone: la cd. "Piazza del mercato" (Piazza Cavour), situata nel centro di Viareggio.
    Piccétta: sf. Porzione di panino / panino di forma triangolare.
    Picchiànte: sm. Polmone di animale macellato.
    Pidocchìna, stare alla: locuz. Stare fermo, immobile, al sole d'inverno.
    Pidocchio rifatto: sm. Persona cafona che dagli stenti e dalla miseria è passata alla ricchezza e alla vita agiata.
    Pidocchioso: sm. Tirchio, avaro, "lucchese".
    Pienàra: sf./agg. Pienone di gente, affollamento.
    Pìffora: sf.scherzoso Naso.
    Piggèllo: sm. Lembo di stoffa che avanza o sporge fuori dal vestito / fig. Genitale maschile.
    Pillàcchero: sm. Filo o piccolo lembo di tessuto scucito e pendolone.
    Pillaccheróne: sm. Persona vagabonda, buona a nulla, che intralcia il lavoro degli altri ("Ci sòrti, o p. che c'hó da fà, io!").
    Pinaccio: sm. Fungo che cresce vicino ai pini.
    Pincattivo: sm. Pigna selvatica che non fa pinoli ma è ottima da ardere. / fig. Persona cattiva.
    Pinèlla: sf. Pinolo / fig. Dente sporgente o lungo ("Delafia che pinelle che c'ha lullì!").
    Pini, i: Stadio comunale di Viareggio denominato "dei Pini" perché situato all'inizio della Pineta di Levante. ("Oggi si va a' Ppini a vedé gioà 'l Viareggio").
    Piolà: v. Verso simile a quello dei pulcini / Pregare sottovoce.
    Piònzo: sm. Goffo, impacciato. / Duri a digerire ("Com'è piònzo vesto buccellato vì, ma che c'hai misso drénto?").
    Pìpo / Pipòtto: s.m. Pene.
    Pippiùme / Pipiùme: sm. Ressa, affollamento chiassosso, insieme di oggetti ammucchiati disordinatamente.
    Pìpporo: Capezzolo / Pulsante / Acino d'uva.
    Pipporugèllo: sm. Gioco dei ragazzi che consisteva nel prendere un sassolino da terra, lanciarlo in aria e con la stessa mano raccoglierne un altro e cercando di riprendere al volo il primo, rilanciarli entrambi, prenderne un terzo e così via. Vinceva chi riusciva a prendere più sassolini.
    Pitìggine: sf. Lentiggine / Pitìgginoso: sm. Persona piena di lentiggini o di nei.
    Pitizzassi: Litigare, battibeccare, punzecchiarsi.
    Pìtoro: Pulcino o uccellino in genere / Monte P.: Colle tra Massarosa e Camaiore.
    Pìtta (m'ingolli!): Testimone immaginario delle proprie affermazioni ("Pitta m'ingolli se vando rientra 'un gnene dìo vattro!")
    Pittìna: sm. Giovane dai capelli lunghi e incolti ("Vatti a ttosà, o p.!").
    Pìzzio: sm. Pizzico.
    Pizziìno: sm. Pizzico di tabacco da fiuto.
    Pizziòtto: sm. Pizzicotto.
    Po', pogo, popò, popoìno, poìno: agg. Poco, in scarsa quantità ("Via, dàmmi un p. di céale").
    Pochésse: sf. Maglia fatta con avanzi di lana di vari colori
    Poggiòni, i: sm.pl. Dune di sabbia tipiche delle zone poco frequentate (come 'n fondo al Vialone, nella spiaggia di Levante).
    Politiòne: sm. Di persona che "la sà dì", ovvero che abbindolando di discorsi riesce ad avere quello che vuole.
    Polla: sf. Fontana pubblica, rubinetto di cucina o dell'orto ("Dà la via alla p. che 'nnaffio 'ggerani").
    Polpo: agg. Molle, tenero (come la consistenza dei polpi) / agg. Inzuppato fradicio, ammollato.
    Popò: agg. Accrescitivo ("Che p. di mascalzone che è lullì!", "Delafia che p. di 'ulo che t'aritrovi!").
    Popò: sf. Cacca (termine usato coi bamboretti) ("O birbante! 'ummi dì che ti sei fatta la p. addosso!")
    Pòso: sm. Pace, tranquillità ("Ma cci trovi p.?!?")
    Poté: v. Potere, essere in grado di / v. Benestante, ricco ("Lullì è uno di velli che ppóle").
    Potèa: sf. Ipoteca / Capacità d'influenza su qualcuno ("Te 'un c'hai mìa p. su lullì per chiedinni un favore?") / Poteóne: sm. Trafficone, intrufolone, che si dà da fare per fare favori.
    Pòtta, Pòttisa: Organo genitale femminile / Esclamazione di stupore: "P.!"
    Póttaione, Pòtta di Modena: Spaccone, vanesio.
    Pòttalessa: sf. Persona lenta nei movimenti, addormentato.
    Pòttamarina: sf. Medusa.
    Pottàta: sf. Spacconata ("Vante pottate lorolì, solo perché hanno 'l figliolo 'ngegnere!") / Stupidata ("Ma che pottate dici?") / cosa senza valore ("E vell'affarìno lìe che t'han regalato che pottata è?")
    Pottìno: sm. vedi Pellistrello.
    Presàcchio: sm. Retina per raccogliere o catturare i pesci.
    Pretìno: sm. Chierichetto / Pretìni, i: sm.pl. Religiosi dell'Ordine dei Fratelli delle scuole cristiane che gestivano in Piazza Piave una scuola elementare.
    Prìllo: sm. Trottola di legno / Prìllo (pietrasantino): fig. Persona piena d'energia, svelta, anziano arzillo ("O Angiò, te ssì che ssei un p.!").
    Prìmisse, in: locuz.avv. Per prima cosa, in primis, principalmente.
    Procédé: v.intr. Parlare in modo saccente, sciograto (vedi).
    Pruga: sf. Prua di una nave / Prende' di p. qlcuno: v. Prendere di mira, di punta qualcuno ("Vella ciòtta del mi' capo m'ha preso di pruga: 'un ci faccio più vita!").
    Pùce: sf. Pulce / fig. Bambino piccolo, minuto / Scola delle pùce: sf. scuola materna, asilo.
    Puettìno: sm. Pollicino, personaggio delle favole.
    Puntali: sm.pl. Punte dei piedi (vedi Caminà 'n p.)
    Puntata: sf. Cazzotto, pugno.
    Puntatina: sf. Frecciatina, allusione maligna / Breve visita o escurzione.
    Puppà: v. Succhiare il latte dalla puppaiola / fig. Bere il vino ("A lullì ni piace puppà")
    Puppa!: escl. "Beccati questa!", "Arràngiati!".
    Puppìno: sm. Ciuccio, tettarella / fig. Persona a cui piace molto il vino / Bocca a p.: sf. Persona dalla bocca piccola e pronunciata come un poppante.
    Puppóne: sm. Bambino che si succhia sempre il dito / fig. Persona che beve con piacere il vino.
    Pùppora: sf. Mammella / Pupporùta, pupporóna: sf. Donna dalle grandi mammelle / Pupporàme: sm. Mammelle femminili.
    Puttàno: sm. Spregiativo di culo, sporco, fetido ("Vesto trabiccolo se l'ha a 'nfilà nel p.", "Ungici 'l p.!").





    Quadro: sm. Situazione grottesca ("Delafia che q.: 'ada lellì come s'è conciata!")
    Quarantotto, il: sm. Storico negozio di giocattoli situato in Passeggiata (chiamato così perché all'epoca veniva fatta pagare 48 centesimi una spesa di 50). Adesso non c'è più, anche se è rimasta a testimonianza la sua insegna in stile Liberty.
    Quattroventi: loc. Località situata all'inizio della pineta di Ponente, in via Fratti, tra la via Vespucci e la via Pascoli. Chiamata così perché in origine era il limite settentrionale di Viareggio ed era esposta a tutti i venti.





    Raccàglia: sf. Ammasso confuso di persone cenciosa e misere.
    Ragaglià: v. Protestare, brontolare a gran voce ("O cche hai da r.?!?").
    Ragane: sm. Cappottino corto ricavato da un vecchio cappotto / Abito sdrucito, straccio.
    Ràgano: sm. Persona d'aspetto orripilante.
    Ramaciùgliori, Rimasùgliori: sm.pl. Avanzi, rimanenze, scarti.
    Ramedèi, Ramadèi: sm.pl. Pietanza immaginaria. Scherzosamente per quando si voleva tirare ad indovinare il piatto che sarebbe stato servito in tavola: "C'avémo oggi 'n tavola? I ramedèi?", e di rimando dalla cucina: "Sìe, le palle dell'ebrei!"
    Ramìna / Ramaiól(ìn)a: sf. Mestolo di rame o ferro.
    Randolà: v. Scagliare con violenza.
    Rapìni: sm.pl. Palle di foglie di rapa bollite. Detti anche gallònzori (vedi)
    Rappannì: v. Ricoprire, rivestire, foderare.
    Raspóne: sm. Masturbazione maschile.
    Ratatùglio: sm. Pasticcio, insieme di cose disparate e senza valore.
    Ravòglio: sm. Confusione, guaio, disordine, danno.
    Reccacchìno: sm. Persona piccola, scricciolo (dal nomignoro dato dai viareggini a Vittorio Emanuele III di Savoia, chiamato altrove "sciaboletta" per la sua bassa statura).
    Rèdo: sm. Erede.
    Réfenero, A r.: In grande quantità.
    Reguèstro: sm. Riserva, scorta ("La róta di r. della màghina"). Dal marinaresco "àncora di r." o "vela di r.".
    Règuie, Rèchie: sf. Riposo, pace, pace eterna ("Con vel figliólo che si ritrova, povera donna, 'un riesce a trovà r.!")
    Regulìzio: sm. Liquirizia.
    Réna: sf. Sabbia / nelle locuzioni: fitto-fitto, abbondante ("Piove come la r.").
    Rèspice fine: sf. La fine assoluta di qualcosa / Fa' r.f. di valcosa: v. Distruzione assoluta fino a vederne la fine ("N'ha datto una scafàgna di minestra e llù, dalla fame ch'aveva, n'ha fatto r.f. in du' cucchiaiate").
    Rézzola: sf. Leggera rete a strascico / fig. Abito leggero, lézzora (vedi) / Leggero alito di vento fresco.
    Riaggallà: v. Tornare a galla, riemergere.
    Riaisà: v. Rialzare.
    Riamà: v. Ricamare.
    Richinàssi: v.tr. Inchinarsi, sottomettersi.
    Ridècco: avv. Ecco nuovamente ("Ridèccomi: Tono 'un c'era 'n casa").
    Riède': v. Ritornare ("Delafia com'è ggià tardi: rièdo a ccasa") / (Riè) Essere di nuovo ("Riède lì lullì? Ma 'un c'ha gnénte da fà óggi?")
    Rierè, Riarè: sm. Indumento di scarso valore, gusto, qualità o ricavato dal riciclaggio di un vecchio indumento.
    Riéto: avv. Dietro.
    Rifrànge': v. Ruminare.
    Rìgno: sm. Cattivo odore di sporco o stantìo, olezzo ("Come sà di r. vesto lenzólo vì!").
    Rigrètto, Regrètto: sm. Rimorso, pentimento ("Hó de' rigrètti verso mi pà bonànima!").
    Rimbamborì: v. Tornare infantile come un bamborétto (vedi).
    Rimbarbagiannì, Rimbarbugì, Rincitrullì, Rimmammalucchì: v. Rincitrullire, rincoglionire, anche per effetto dell'età che sopravanza ("Tu' pà, mi sbaglio, o l'hó visto r.?").
    Rimollà: v. Lasciar andare/partire con forza qualcosa ("N'ha rimollato una di velle ciaffàte...").
    Rimònta: sf. Aggiustatura, riparazione.
    Rimpaccottì: v. Rammollire / fig. Rincitrullire.
    Rimprensionìssi: v.tr. Impensierirsi, preoccuparsi.
    Rincaccarìssi: v.t. vedi Incaccarìssi.
    Rincalcà: v. Pigiare, pressare, ridurre di volume. / Rincalcàto: sm. Di persona tozza e bassa.
    Rincantonàssi: v.tr. Nascondersi, mettersi in un angolo.
    Rinceppàto: sm. Di persona o cosa grossolana e tozza.
    Rincrocchià: v. Piegare le gambe in modo estremo, rannicchiarsi / Rincrocchiàto: sm. Persona rannicchiata o storta dalla vecchiaia o dalle gambe storpie.
    Rinculàta: sf. Fregatura, inganno.
    Rinfrigulìto: sm. Rinfreddolito, rabbrividito, raffreddato.
    Ringazzullìssi, Ringalluzzìssi, Ringalluzzorìssi: v.tr. Esaltarsi, (far) diventare euforico ("Da vando lellì n'ha fatto l'occhio di triglia, s'è ringalluzzorìto").
    Ringronchì: v. Rattrappire, rendere rigido o intorpidito dal freddo.
    Rinvecchignìto: sm. Invecchiato prematuramente, incartapercorito ("Una volta ti facevi prende' dal béo matto, ora 'nvece 'ada come ti sei rinvecchignito").
    Rinvispolì: v. Tornare vispo.
    Riondà: v. Inondare, sommergere, ricoprire interamente / fig. Subissare ("Hai finito di riondàmmi di discorzi a pippa di ronzone?").
    Riòtta: sm. Ricotta.
    Ripitàglio: sm. Luogo ripido, scosceso e pericoloso.
    Ripòne': v. Metter via, conservare, archiviare / Ripònessi: fig. Ritirarsi (" 'Uno vedi che 'un zèi più bbóno: vatti a ripòneee!!!").
    Risegolà: v. Segnare la faccia di rughe.
    Riségolo: sm. Ruga.
    Risià: v. Rischiare ("Chi 'un rìsia, 'un rósia" = chi non rischia non mangia).
    Risìna: sf. Risarella, voglia irrefrenabile di ridere.
    Risprìllo, Resprìllo: sm. Sussurro, voce mormorata, cosa sentita dire per accenno, notizia a mezza voce ("C'è 'l risprìllo che 'Ugenio chiudi bottega")
    Ristiarì: v. Risciacquare i panni in acqua pulita.
    Ritrécino, (A r.): avv. Muoversi/correre a più non posso, scorrere/passare in abbondanza ("Córo a ritrécino 'n cucina, ché mmi sà che mi sta bbruciando 'l zugo!")
    Ritròpio: agg. Strapieno, gonfio, sazio ("Ohimmèna vant'hó mangiato: mi sento propio r.!").
    Riulà: v. Arrotolare, rimboccare le maniche o i calzoni ("O te! sse vvói fa la vita del zignore 'ncomincia 'm pò a riulàtti le mànie e a pportà valcosa a ccasa!"). / Riùla: sf. Risvolto delle brache dei calzoni.
    Rivélto: agg. Supino, sdraiato sulla schiena, rovesciato ("Dio bò! mi s'è r. 'l carètto!!!").
    Rivendùglioro: sm. Venditore di frutta e verdura.
    Ròbba: sf. Roba / fig. Genitali maschili ("Chiuditi 'l fìstio: 'unno vedi ti si vede la r.?").
    Ròccia: sf. Sporco raggrumato per mancanza di pulizia ("Làviti 'he c'hai du' diti di r. sul collo!") / Spazzatura, pattume.
    Róde': v. Prudere ("A te! è dda ierdilà 'he mmi róde 'l mànfano: 'un avrò mìa preso 'bbéi?") / Invidiare ("A lullì ni róde che tu abbia trovato un lavoro bóno: ma cche ni verà 'n tasca?!?").
    Roncolìto: agg. Di persona deforme, curva, piegata (come una roncola).
    Rosià: v. Prudere, rodere.
    Rósia: sf. Prurito.
    Rossìna: sf. Fungo commestibile dalla cappella rossiccia che cresce in pineta.
    Róta: Ruota / A r.: Subito dietro.
    Rotolò: sm. Mantello, manto.
    Rovesciàssi: v. Rovesciarsi / fig. Ribellarsi, reagire ("O te io sopporto-sopporto, ma pò vando mi r. 'un c'è Cristi che mi tènghino!").
    Rufolà: v. Rovistare, cercare, frugare ("O bimbìno! ma che hai da rufolà nella mi' borza?!?").
    Rumà: v. Mescolare ("Ruma la pulenta, che sse nnò ti s'appallòccora", "Ma che ti rùma nel cervello?").


    Edited by litodanie - 16/1/2006, 14:47
     
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    Saccalàdra: sf. Tasca che le nonne viareggine portavano ben nascosta sotto la sottana e alla vita per tenerci il borsellino e altri piccoli oggetti personali.
    Sacchétte: sf.pl. Testicoli ("Sta' ssentì: di te e delle tu' pottate n'hó le s. piene!").
    Sanfasò, (Alla s.) : locuz.avv. Di cosa fatta alla leggera, senza troppo impegno, alla carlona, "come viene, viene".
    Sanluigìno: sm. Persona magra, allampanata, dall'aspetto malaticcio (da S.Luigi Gonzaga, sempre rappresentato pallido, smunto).
    Sànna: sf. Dente ("Delafia le sanne 'he mette fóri vando si rigira!") / Ride' la s.: locuz.v. Abbozzare una certa soddisfazione o contentezza ("Vesto mese riscóti di più? Ti ride la sanna, eh?").
    Santivicèturi: sm.pl. Eufemismo blasfemo per "coglioni" (" 'Ummi rompe' ss.!!!").
    Sapé: v. Sapere, conoscere / Sapóne: sm. Di persona che ostenta in modo seccante il suo sapere ("E' ccapace 'l s. lì, 'un za fa manco d'indove è stato caàto l'ovo ch'ha mangiato!").
    Saràffo: sm. Il compare dei ciarlatani presenti nelle piazze nei giorni di mercato / fig. Socio di una truffa o di un imbroglio ("Lù e 'l zù s. m'hanno rinculato bene, vai!").
    Sardìgna: sm. Luogo di stoccaggio dell'immondizia (dal nome del lazzaretto per cavalli e muli che si trovava alle porte di S.Frediano in Firenze).
    Sarocchìno: sm. Mantellina incerata per bamboretti ("Mèttini 'l zarocchino al bàmboro, che ppiove!").
    Saziènte: agg. Di cibo grasso e pesante, che ne basta una piccola porzione per saziare ("Vel dolce lì è s., è una matonàta!").
    Sbaforà: v. Svanire, esalare, perdere il frizzante ("Vella sciampàgna lì è sbaforata, tirela via").
    Sbagaglià: v. Liberare dai bagagli, liberare/svuotare una stanza, sloggiare ("O Terè: 'ttu' bagheri han sbagagliato?")
    Sbandolà: v. Sciogliere, trovare (anche in senso metaforico) il bandolo della matassa, risolvere una questione complicata.
    Sbandonà: v. Abbandonare, lasciare alla mercè, trascurare ("Vel bamboretto lì, se 'ssui lo sbandonino in vel modo lìe, butta male").
    Sbarcà: v. Sbarcare, scendere da un mezzo di trasporto / fig. Licenziare, mollare una persona ("La mi' dama m'ha sbarcato").
    Sbaroccià: v. (aus. essere o avere) Perdere il controllo, sbagliare, prendere una cantonata, oltrepassare i limiti del decoro ("Delafistia com'è(/ha) sbarocciato! Ma cche ha bevuto? valcosa?").
    Sbatacchià: v. Sbattere violentemente e con rumore / Sbatacchiàto: agg. Depresso, moralmente giù, pallido ("Che viso s. che hai!").
    Sbellioràssi: v. Sbellicarsi dalle risate ("Vest'anno va 'vvedé la 'anzonetta del Morganti: c'è da s.").
    Sbiacciuènte: agg. Di cosa viscosa, molliccia, unta, insipida, biasciàta ("Se l'ha mmangià llù vel troiaio lì sbiacciuènte!") / Scolorito, pallido ("O biondo s., vieni vì!").
    Sbilurcià: v. Sbirciare, scorgere da lontano, curiosare intorno ("O troiaio! hai finito di s. vella sottana là?").
    Sbinoccolato: agg. Mobile, articolato, sciolto nei movimenti, che si agita e si dimena ("O ccome balla vello sbinoccolato lì?")
    Sbirbìto: sm. Furbo, birbante / Avè l'occhio s.: v. Avere l'occhio a furbetto.
    Sbottonafìsti: sf. Donna ammaliatrice, fatale e provocante.
    Sbrodà: v. Eiaculare.
    Sbruà: v. Pulire a fondo ("O leto, dàtti 'na s. 'he nn'hai bisogno!").
    Sbruffo: sm. Spruzzo, violento schizzo ("Gli sbruffi del mare") / fig. Bustarella ("Sse vvoi valcosa da lullì bisogna tu ni dia un bello s.") / Esse' alli s. del mare: locuz. Vivere pericolosamente o in condizioni economiche precarie.
    Sbuonàto: agg. Gay / fig.scherzoso Persona fortunata al gioco.
    Scaarìto: agg. Striminzito, insignificante, magro ("Smetti di fa la dieta: 'uno vedi come ssei doventata scaarìta?") / locuz. "Bel mi' s.! hai voglia di bé ova, tanto 'un ti rimetti!" = Non ti dar troppo da fare, tanto non puoi rimediare.
    Scabòdda: sf. Personaggio immaginario, cognata della Befana della quale è l'antitesi, perché ha il compito di controllare che il bamboretto non mangi troppi dolci dalla calza ("che sse la facci durà"), altrimenti scende nottetempo dalla cappa della cucina o del camino e gliene sottrae.
    Scacàccia, (Avè la s.): sf. Aver paura.
    Scaccolà: v. Ripulirsi il naso con le dita / Pulire a fondo ("Lellì è d'una precisione: c'ha una casa scaccolata 'he 'un ni trovi una lézzora!")
    Scacià: v. Scacciare, mandar via in malo modo, liberarsi di qualcuno ("Lullì vì 'n casa 'ummi garba: scàcelo!").
    Scafàgna: sf. Abbondante quantità di qualcosa (" 'Ada vì, oh! oggi ho raccattato una s. di fungi!").
    Scallà: v. Aprire una porta o finestra o gli occhi.
    Scamonèo: sm. Ragazzo birbante, piccola canaglia, dispettoso.
    Scampanàta: sf. Chiassata di ragazzi con barattoli, tegami e vasi da notte per ricevere il ritorno di due vedovi dopo la celebrazione delle nuove nozze.
    Scapeggià: v. Negare, dissentire.
    Scapezzòtto: sm. Scapaccione, scapellotto.
    Scaramacàllo: sm. Caramella, dolcetto di zucchero e nocciole / fig. Sputo catarroso.
    Scarozzà, Scaronzà: v. Portare a giro, far divertire, non tener fermo qualcuno ("Ma vanto la scarozzerai la tu' spò!").
    Scarpàccia: sf. Caratteristica torta viareggina (o camaiorese) a base di zucchini tagliate a rotelle ("Ma ccome seràn bóne le tu' scarpacce! Vando ne rifai me la rifai assaggià?").
    Scartìno: sm. Gioco del calcio in cui ci si affronta uno contro uno e il cui scopo è trabuà o buà (vedi) l'avversario ed impedirgli di conquistare il possesso del pallone.
    Scassà: v. Cancellare / Scassìno: sm. Gomma per cancellare.
    Scatafógna: sf. Grave malattia infettiva immaginaria, usata per invettive, soprattutto scherzose ("Ti venisse la s.!").
    Scazzaburèllo: sm. Improvviso vortice o raffica di vento / Frusta per punizioni usata in marineria nei confronti di chi non si subordinava al capitano della nave.
    Sceccà: v. Seccare, prosciugare, svuotare ("Dalla sete c'aveva ha s. una bròcca di vino").
    Scentà: v. Straziare, violentare, fare scempio, schiantare, svellere.
    Scénto: sm. Violenza insensata / Malattia, indisposizione, deperimento ("Andà nelli scenti") / Persona sciocca, sprovveduto, privo di senno.
    Scépe: sf. Cespuglio, siepe, covo / Scepìno: sm. Piccola siepe / Mette' allo scepìno: locuz. Mettere in difficoltà qualcuno / Saltà lo scepìno: locuz. Riferito a donne di facili costumi, che facilmente si nascondevano (saltàvino) dietro le siepi per amoreggiare con il zu' ganzo / Scepóne: sm.fig. Ammasso di qualcosa (nubi, sabbia o gente) ("M'èn passate davante uno s. di genti che 'un ti dìo!").
    Schèrzi: sm.pl. Panini per signori, all'olio, fatti in forme bizzarre.
    Schiacciarello, Sctiacciarello: sm. Vino poco pestato e fermentato.
    Schiantà/Stiantà: v. Cadere pesantemente, morire stecchito (spesso usato come malaugurio: "Tu' stiantassi te' e 'l budello di tu' mà!").
    Schiavà, Stiavà: sm. Aprire, togliere il chiavistello / S. 'ddenti: v. Mangiare ("E' da iersera che 'un istiavo 'ddenti").
    Schìnzo: agg. Persona dai gusti particolari, schizzinoso, che prova repulsione verso tutto, in particolare verso il cibo ("Delafia come sei doventato schinzo: nianco t'avessi misso 'n tàula un piatto di mèa!").
    Sciàbia: sf. Sciabica, rete da pesca / L'insieme del pescato con la sciabica.
    Sciabigòtto: agg. Scemo (anche in senso affettuoso: "Come ssei s.!"), tonto, persona rincitrullita (sciabigòtto era infatti il pescatore con sciabica, tipo di pesca passatempo per gli ex uomini di mare che avevano abbandonato l'attività per anzianità).
    Sciaffé: sm. Autista (dal francese chauffeur).
    Sciàgnà: v. Sgangherare, deformare.
    Sciagnàto: agg. Persona deforme, piena di difetti fisici, zoppa.
    Sciambràna: sf. Riquadratura in legno delle porte o, in stoffa, della parte superiore delle tende / Testa a s.: sf. Invettiva scherzosa.
    Sciambrottà: v. Agitare del liquido dentro un recipiente chiuso ("Sciambròttelo 'm popò prima di berlo, sennò ti ci rèstino 'ppalloccori").
    Sciambrottìo: sm. Rumore continuo di liquido agitato ("Ma cche è 'sto s.? 'Un zzarà miga 'n tubo rotto?").
    Sciaminèa: sf. Canna fumaria o cappa del camino.
    Sciancà: v. Azzoppare / Rimproverare duramente ("Telofistio, che sciancata n'ha datto al zù figliólo!!!").
    Sciantillì: sm.pl. Stivali di gomma.
    Scilécca: sf. Vedi Cilécca.
    Sciambràccola: agg. Sciocchina, stupidina, vanesia (affettuoso).
    Scìmmia: sf. Ubriacatura.
    Sciòa: sf. Sciame di gente in movimento ("Oggi ci dev'esse' 'ppiéno al Corso: c'èra una sciòa di forestieri alla passerella!").
    Sciòccolata/o: sf.sm. Cioccolata.
    Sciogrà: v. Scegliere, pulire, separare ("Mi dai una mano a s. 'ffagióli?").
    Sciograto: agg. Elegante, raffinato / ironico Persona che vuole parlare in modo saccente per apparire colta.
    Sciòttise: sf. Ballo movimentato simile alla polca.
    Scìppe: sm. Nave o bastimento a tre alberi ("Il mi' nonno navigava sulli s.").
    Sciùgna: sf. Sugna, grasso di maiale.
    Sciugnìno: sm. Persona magra, asciutta (priva di grasso, di sciùgna).
    Sciuttamàne: sm. Asciugamano.
    Scivertà: v. Torcere, deformare, rovesciare ("Da tanto che s'è scivertato sembra una vite...").
    Scocheggià: v. Cucinare, trafficare in cucina con impegno ("E ttu mà?" "E' a ccasa a s.").
    Scóla: sf. Scuola ("Io ero alle scóle Lambruschini").
    Scorcétto: sm. Avanzo, resto di candela, moccolo.
    Scoroncià: v. Recitare il rosario, spipporando (vedi) la corona.
    Scranna: sf. Sedia rustica impagliata / Vecchia sedia sgangherata / Poltrona di potere ("Lullì da vando ha 'ssaggiato la s. è doventato un traffiòne...") / Scrannìn-furato: sm. Seggiolino forato per consentire ai bamboretti di fare i loro bisognini / Scrannone: sm. Seggiolone per bambini.
    Scròi: sm.pl. Pesanti scarpe di grosse dimensioni.
    Scucì: v. Scomodare, disturbare / 'Un ti s.!: ironica locuzione rivolta verso un atteggiamento di avarizia di qualcuno (" 'Un ti s., llucchese che 'un zéi antro!").
    Sculezzorà: v. Sculettare civettuolamente.
    Sculignorà: v. Sculettare, scodinzolare.
    Sderenàto, Sd(e)renìto: sm./agg. Sfaticato, debole, smidollato / Sderenàglia: sf. Stanchezza, dolore alle reni per la stanchezza ("Arìvai a ssera c'avevo una s. da 'un dìssi").
    Sdirazzà: v. Non assomigliare, tralignare, distaccarsi dalle abitudini delle proprie origini ("Lullì sumisbaglio sdirazza, 'un assomiglia su' pà").
    Sécchia: sf. Recipiente per l'acqua da bere che si teneva in cucina prima che esistesse l'acqua corrente, paiola (vedi) / Sì, una s.!: locuz. "Per niente!", "Affatto!".
    Séde, (Metterzi a s.): locuz. Mettersi a sedere, accomodarsi ("Mettiti un popò a sséde e racconta: li vói du' pasticcini?")
    Séga: agg. Noioso, polemico, brontolone / Seghìno: agg. Di persona eccessivamente meticolosa / Voce a s.: sf. Voce stridula; di uomo adulto: voce affemminata / Séghimelo!: Grido di sfottò che il Primo d'Aprile i ragazzi rivolgevano ad una persona, canzonandola, alla quale veniva appiccicata una striscia di carta pieghettata ed intrecciata a forma di sega.
    Segaòssi: sm. Ortopedico o chirurgo in senso generico.
    Segata: sf. Cosa da niente / Scherzo ("Ne la facciamo una segata a vel popò d'antipàtio lìe?")
    Segnà: v. Annotare un credito a qualcuno.
    Segóne, Esse' s./ Fà 'l s.: Essere/Fare il polemico, noioso, brontolone.
    Segurétto: sm. Piccola accétta, scure.
    Sémbola: sf. Semola / agg. Persona meticolosa, noiosa (come Séga, vedi) / Semboloso: agg. Noioso / Lentigginoso.
    Séme, (Bocca a/di s.): sm. Persona dalla bocca disgustata per un cibo di non gradimento ("Mangia e 'un fa la bocca a sseme!").
    Senice: sf. Crepatura, screpolatura, fessura del legno.
    Serà: v. Serrare, chiudere, sbarrare.
    Servicélse: sm. Self-service.
    Séto: sm. Cattivo sapore o odore (" 'Unno mangià: sà di s.").
    Sèttettré: sm. Spesa povera ("Hai speso 'nzovanto, ma hai preso un s.!"). Il vocabolo deriva dalla spesa del caffè (7 centesimi) e zucchero (3 centesimi) che le massaie viareggine acquistavano alla drogheria detta Degli Svizzeri. La quantità doveva bastare per l'intera settimana. Con l'aumento dei prezzi il vocabolo divenne sinonimo di una spesa infima.
    Sfagiolà: v. Andare a genio, convincere.
    Sferà: v. Andare a finire ("O tte? come ci sei sferato da veste parte?"). Vocabolo derivante dal gergo marinaresco che significa "perdere il controllo dell'imbarcazione", andare alla deriva.
    Sferacchià: v. Lavorare la maglia coi ferri da calza.
    Sfezzionàssi: v. Disaffezionarsi, disamorarsi.
    Sfilà: v. Far passare / Sfilà la 'orona: v. Dire in modo chiaro e tondo tutto ciò che si vuole dire, svuotare il sacco / Pronunciare una sequela di bestemmie senza fine ("Ierzéra mi pà t'ha sfilato una 'orona delle sue").
    Sfilaccià: v. Sfilacciare, ridurre in brandelli fini
    Sfilarze: sf.pl. Specie di fagiolini.
    Sfragià: v. Sciupare in malo modo.
    Sgallettorà: v. Stare sempre in mezzo alle donne come il gallo nel pollaio / Sbollentarsi la mucosa della bocca o della lingua / Fare un orlo spreciso o irregolare.
    Sganzà: v. Cambiare donna o uomo con facilità.
    Sgarganà: v. Sgozzare, tagliare la gola.
    Sgnàcchera: sf. vedi Gnàcchera.
    Sgrendinato: agg. Spettinato, persona dai capelli incolti, scarduffato.
    Sgrillettà: v. Masturbare una donna / fig. Farsi venire la voglia di qualcosa ("Se mi sgrilletta, stasera, faccio du' nécci").
    Sgrinzì: v. Togliere le grinze, stirare / fig. Calmare la fame ("Me lo dai un biscotto, tanto per fàmmi sgrinzì lo stòmbao...").
    Sgrumà: v. Lavare a fondo / Lavarsi ("Se mmi cèrchino dinni che 'un ci sono: sono 'm bagno a dàmmi 'na sgrumata.")
    Sguènguero: agg. Complimentoso, vergognoso, che fa le moine ("E' 'nutile tu facci tanto lo s.: vesta volta 'un te la faccio passà!")
    Si: pron. Ci ("Si fàmo dà du' palanche?").
    Sìe!, Sìvve (pò!): sm. Affermazione ironica con valore negativo ("Ma ppò te l'han ridatte le piastre de' ccialdoni?", "Sììììe... ormai 'unne rivedo più").
    Sinnò, Sinnonnòe: Sennò, altrimenti.
    Sipe: sm. Botto, colpo fragoroso, esplosione ("Delanézza 'he ssipe! e cch'è stato?"). Dal nome di un tipo di bomba usata nella Prima Guerra Mondiale.
    Sistola: sf. Schiaffo o pugno tirato di sorpresa ("N'ha lascio partì una s. che l'ha rintronato mezzo!").
    Slandróna: sf. Di donna senza volontà di fare, sprecisa, abulica, pigra ("Lellì è una s.: 'un zi rifà nianco 'lletto!").
    Sléppa: sf. Grossa fetta di qualcosa ("Stamani mi son mangiato una sléppa di fogaccia")
    Slezzorà, Sdilezzorà: v. Pulire il soffitto dalle ragnatele (lézzore, vedi), spolverare.
    Smàfero: sm. Persona vivace.
    Smandrillà: v. Fare una cosa rapidamente, agitandosi tutto e con un certo piacere.
    Smanganato: agg. Deformato, guastato.
    Smaonàssi: v. Riempirsi lo stomaco fino all'impossibile. / Smaonato: agg. Di persona che sopporta enorme quantità di cibo, come se fosse privo di stomaco (Maóne, vedi).
    Smattugìto: agg. Stordito, rincretinito, rintontito.
    Sminestrà: v. Servire la minestra o una pietanza.
    Sniaulà: v. Smiagolare / Il piangere noioso ed insistente del neonato.
    Snìffito, Snìfito: sm. vedi Nìffito
    Sobbàggioro: sm. Protuberanza, gonfiore o deformazione di un capo d'abbigliamento.
    Sòglioro: sm. Uscio della porta di casa.
    Sombà: v. Picchiare duro, riempire di botte ("Allo stadio, l'ùltrasse, co' mmassesi, s'èn sombati come dde' mmicci").
    Sonàglioro: sm. Campanello, sonaglio, per estensione qualsiasi cosa produca rumore (compreso il giradischi).
    Sortì: v. Uscire ("Stasera sorti?"), estrarre un numero della tombola o del Lotto ("E' ssortito 'l 22?").
    Sortù: sm. Cestellino comprensivo di oliera, acetiera, pepiera e saliera che viene usato a tavola.
    Spàccio: sm. Spedizione, corriere, disimpegno,disbrigo rapido (" 'Un ti móve ddi vì: vado a ffà uno spaccio e ttorno").
    Spapparàssi: v. Mettersi comodo, sdraiarsi comodamente su qualcosa ("Sono ìto sul molo e mi son spapparato su uno scoglio, come una ciottèllora").
    Sparaciàssi: v. Aprirsi completamente la camicia dal caldo, mettersi a torso nudo ("Mi sà d'avè beccato valcosa: dev'esse' stato vando stamane mi sono sparaciato").
    Spargìsse: sm. Aspersorio per l'acqua benedetta.
    Sparocchià: v. Cambiare zona d'abitazione ("E' sparocchiato: è andato a stà al Terminetto") / Invadere il territorio altrui, sconfinare.
    Sparpartù: sm. Cornice di cartoncino o tela gommata che tiene unita un disegno o una foto al vetro del quadro.
    Spendanato: agg. Trascurato, mal vestito, incolto.
    Speorellà: v. L'incresparsi del mare che produce la schiuma bianca sulle creste delle onde.
    Sperì: v. Perire, morire dalla voglia.
    Speruccà: v. Tagliare i capelli ("Ti sei andato a ffà s.?").
    Spérzendendo, (A s.): avv. A zonzo, disperso in giro, a torzo (vedi).
    Speténca: agg. Di ragazza vivace, chiacchierona, pettegola.
    Spillaccorà: v. Ridurre in brandelli, sfrangiare, rendere cencioso
    Spillaccherone: agg. Sporco, pieno di càccari (vedi) nei vestiti o nei capelli.
    Spiolà: vedi Piolà.
    Spipporà: v. Sgranare (es.: piselli, rosari, ...), premere freneticamente dei pulsanti ("La smetti di s. col teleomàndo?") / Assaggiare a piccoli bocconi ("spipporà un popoìno d'uva")
    Spistellà: v. Cullare in braccio.
    Spò: sf. Moglie.
    Sporta, (Una s.): sf. Un bel niente
    Sportìno: sm. Piccola cesta.
    Spraccà: v. Divaricare, spalancare, allargare (in particolare riferito alle gambe) / Sedéssi a spracchìcchio: v. Sedersi a gambe divaricate o a cavalcioni di qualcuno.
    Spregiudià, Sprigiudià: v. Valutare con pregiudizio, disprezzare ("Lullì li sprigiùdia tanto e 'n tanto ci s'agghènga sempre").
    Spolatori: sm.pl. Boy-scout.
    Spulentà: v. Servire, ma anche cuocere e preparare, la polenta / Spulentata: sf. Grande mangiata di polenta ("Sàbbato sera avémo fatto una spulentata co' ffungi da leccassi 'bbaffi").
    Spuppà: v. Svezzare / Spuppabàmbori: sm. Persona adulta che insegna ai ragazzi i segreti dell'amore e del sesso.
    Spupporata: agg. Di donna scollacciata o in topless / Di donna dai seni piatti ("Ma cche vvóle da me vella s. lìe?").
    Staminàra: sf.fig. Costola. Dal marinaresco: la s. è la travatura sagomata di una barca che ne sostiene il fasciame.
    Stanghìno: sm. Pertica utilizzata per spostare le bèole (vedi) lungo il canale Burlamacca.
    Stasentì: "Stai a sentire", "Ascolta quello che ti dico", "Senti questa...".
    Steccurìto: agg. Stecchìto / Di persona che sta impalata e dritta / Stupìto, ammutolito.
    Sternacchiato: agg. Giù disteso, morto, stordito e senza volontà.
    Stiaccià: v. Schiacciare, calpestare, arruotare / fig. Bocciare a scuola / S. 'mmoccoli: v. Bestemmiare / Stiàccia(ta): sf. Bocciatura a scuola, batosta, sonora sconfitta (" 'L Viareggio doménia ha preso una s.!!!") / Stiacciat(in)a: sf. Focaccia salata di basso spessore.
    Stiacciamiglioni: sm. Pesante mezzo con un rullo anteriore per comprimere l'asfalto o i sassi.
    Stiàmpa: sf. Grosso ciocco di legno da ardere / S. d'òmo: agg. Uomo forte e muscoloso / S. di figlióla: agg. Ragazza formosa e ben fatta / Stiàmpe: sf.pl. Gambe ben fatte.
    Stiantà: vedi Schiantà.
    Stiappà: v. Spaccare, dividere.
    Stintingnà: Scuotere, agitare, dimenare, scrollare.
    Stioccà: v. Schioccare / Infilare, affibbiare, mettere o dare con decisione ("N'ha stiòcc(at)o 'l badile 'n mano e n'ha dìtto: ora scava!") / S. le mane: v. Applaudire / Farzi le stioccate: v. Compiacersi.
    Stòmbao: sm. Stomaco (" 'Ummi fà ppiù rivedè vella robba lì, 'he mi fai rovescià lo s.!") / Stombaùccio: sm. Piccolo rutto, rigurgito / Avé li stombaùcci: v. Avere la nausea.
    Stóppa: sf. Ubriacatura ("Delafia che stoppa 'he présimo al veglione").
    Stòrge': v. Storgere, piegare / Girare ("Arìvi alla prima traverza e storgi a destra") / Sdirazzare, cambiare in peggio ("Attento perché se al tu' figliólo 'unni dai ogni tanto du' labbrate, po' storge!").
    Storione: agg. Di persona che fa un mucchio di storie, che non gli va bene niente.
    Straccà: v. Portare o trasportare via, come il mare in tempesta che strappa e trasporta i detriti marini / Straccàli: sm.pl. Detriti di legno, ossa, radici ed alberi straccati e depositati sulla spiaggia durante una libecciata / Straccatùra: sf. L'insieme degli straccàli.
    Stralogà, Strologà: v. Scrutare, guardare attentamente il cielo per predire il tempo / Indovinare.
    Stranomà: v. Affibbiare un nomignolo, soprannominare.
    Streggià: v. Strigliare, lavare bene col bruschino, scaccolare (vedi).
    Strizzalimoni: sm. Spremilimoni / fig. Persona che strizza frequentemente uno o entrambi gli occhi per un tic nervoso.
    Strizzòtto: sm. Forti dolori addominali ("Era méglio se ierzéra 'unno mangiavo 'l cavolo strascinato: stanotte certi strizzotti!!!")
    Stroncapinétti: sm. Persona malaticcia, magra e debole / Gioco dei ragazzi che consisteva nel sorprendere correndo l'avversario con un colpo deciso del dorso della mano dietro al ginocchio, in modo di fargli piegare la gamba e farlo cadere. In spiaggia, invece, un ragazzo corre intorno ad altri distesi in cerchio con i piedi al centro che cercano di farlo cadere afferrandolo per le caviglie. In entrambi i giochi se il giocatore cade, gli altri gridano "Alli stroncapinétti!!!".
    Stronchicchiato: agg. Tutto rotto nelle ossa per fatica, reumatismi o malattia ("Devo covà: mi sento tutto s.")
    Stùrma: sf. Combriccola rumorosa, schiera di persone, ghènga, banda di ragazzacci.
    Sùdicio: sm. Pattume, spazzatura, immondizia ("Mi dici un pò? vanto paghi di s.?").
    Sughétta: sf. Tubo per il rabbocco dei fiaschi dalle damigiane d'olio o vino / fig. Forte bevitore di vino.
    Sugofinto: sm. Sugo di condimento della pasta, così chiamato perché all'apparenza somiglia al ragù di carne, mentre invece è fatto di soli odori. Se in tempi magri veniva fatto perché era molto più economico del sugo di carne, oggi viene fatto soprattutto perché è più veloce a farsi (eh sì, sono i tempi che cambiano!).
    Sumisbàglio: "Se non mi sbaglio".
    Sventriolà: v. Ancheggiare vistosamente, muovere il ventre (" 'Ada vella modella lì come si sventrìola per isfilà con vel cencio lì addosso").
    Svergazzato: agg. Avere il viso congestionato, rosso dal freddo o dalla rabbia.
    Sverinata: sf. Brusco cambio di direzione.
    Sverzato: agg. Di ragazzo maleducato, scomposto, che fa i versacci.
    Svitiàto: agg. Vedi Sbinoccolato.
    Svituperà: v. Far malidicenze, offendere.
    Svòlgio: sm. Forte stimolo diarroico accompagnato da forti dolori al ventre ("strizzotti", vedi).





    Tabaràcci: Ormai ex-ospedale di Viareggio, intitolato al benemerito medico Giuseppe Tabarracci. In senso ironico "finì al Tabaracci" significa mettere un piede nella fossa.
    Tagàno: sm. Grosso coltello a serramanico utilizzato dai marinai.
    Tambào: sm. Culo / Fà 'l t. a valcuno: v. Umiliare fisicamente o moralmente qualcuno ("Stasera a calcetto vi fàmo 'un tambào!").
    Tamburlàno: sm. Oggetto ingombrante e antiquato, recipiente di latta / fig. Epiteto offensivo ("Viémmelo a ddì 'n faccia, o t.!").
    Tanaglione: sm. Persona grande e grossa e materiale.
    Tanéo: sm. Chiasso, confusione rumorosa / Cenno, avvertimento, mossa per farsi riconoscere.
    Tapanàssi: v. Tormentarsi, struggersi, avvilirsi, preoccuparsi, disperarsi.
    Tarabaràlla: interiezione Comunque (sia).
    Taràntola (dei muri): sf. Geco.
    Tarpòne: sm. Pantegana, grosso topo di scoglio, di fosso o di discarica / in senso benevolo, rivolto a un bamboretto: Bamboretto minuto ma vivace e sgusciante (che tarponcino è 'l tu' bimbetto!).
    Taugiàno: agg. Sciocco, ingenuo, sempliciotto.
    Tàulo, Tàula, Taulìno: sm./sf. Tavolo / Taulàccio: sm. Letto di legno tipico delle prigioni.
    Tavìa: avv. Ancòra ("Di vella robba lì ce n'è tavìa").
    Tècche: sm. Tek, legno duro pregiato e resistente.
    Tégghio: agg. Rigido, duro / Impettito, irridito dal freddo.
    Tegàme: sm. Recipiente per cottura / Donna infedele, che va con tutti.
    Tempo alle nevàre: locuz. Tempo freddo che precede una nevicata.
    Tenè, Tenì, Tienì: v. Tenere, conservare.
    Tènie, (Le t.): sf.pl. Scuole tecniche.
    Ténisse, Tènnisse: sm. Tennis.
    Tèra: sf. Terra.
    Teragìglia: sf. Argilla.
    Teragnìna: sf. Cordicella passata nella terra rossa per tracciare linee rette su un piano o su un muro.
    Terazzàno: agg. Spregiativo usato dai marinai per indicare un uomo di terra o di campagna, che non naviga, e perciò inferiore a loro.
    Tintìne: sf.pl. Pennarelli, matite, acquarelli per la scuola / Trucchi per le donne.
    Tirà: v. Tirare, prolungare, allungare / T. a ccampà: v. Sopravvivere (ai fatti della vita) / T. a ccoglie': v. Tirare a indovinare / T. 'ssoli: v. Stendere la pasta col mattarello / T. sul prezzo: v. Mercanteggiare al ribasso sul prezzo per risparmiare / Tirà 'l calzino: v. Morire, spirare / T. per le lunghe: v. Ritardare, prolungare nel tempo.
    Tirabusciò: sm. Cavatappi.
    Tirafilo, (Fà 'l t.): v. Interessarsi per, corteggiare una persona.
    Tirènte: agg. Teso, in tiro, tirante.
    Tocchignà, Tocchicchià: v. Toccare insistentemente, manipolare, palpare, tastare / Tocchignìno: agg. Colui che tocchìgna / Tocchignóne: agg. Persona che toccando si prende, o dà, troppa confidenza, "confidenzoso".
    Tombà: v. Cadere, cessare, venir meno ("Se t. 'l vento va 'ppiove' ").
    Tombola: sf. Tradizionale gioco basato sull'estrazione di 90 numeri. / Caratteristico è il gergo tombolonare: "Tìrimelo!" invocazione del numero mancante per vincere; "Rùma, rùma!" chiamare colui che estrae ad una migliore rimuginata delle palline nel sacchetto, quando da qualche turno non esce neanche un numero; "Me l'hai pelata!" imprecazione quando viene estratto un numero vicino a quello mancante per vincere, "FATTAAA!" esclamazione quando viene fatta tombola, al ché gli altri rispondono: "Puliscitiiii!" / E caratteristico è il modo di chiamare il numero estratto con voci onomatopeiche, figurate o cabalistiche: 1 Il pipino, 3 L'amore, 4 La bara, 8 l'occhialini, 9 Merda (o Lucca), 11 Ungeméli! (...i llupini), 16 Culo e stacci bene! (Siéditi), 22 le 'arozzine, 23 Bùo di 'ulo, 25 La pasqua santa, 27 La paga (San Paghìno), 28 I ppèori, 33 L'anni di Cristo, 44 Le seggioline (o Quaracquacquà), 47 Morto che parla, 69 'N zù e 'n giù, 70 Il prete ride e la serva canta, 77 Le gambe delle donne, 88 L'occhialàcci del papa, 90 La strìzza.
    Tòmbolo di pulènta: sm. Polenta rovesciata sul tavolo, pronta per essere tagliata e servita.
    Tontorontèllo: agg. Sciocco, tonto.
    Topa: sf. Organo genitale femminile / Che t.!: escl. Che bella ragazza!; in senso ironico (indirizzato ad un uomo): "che stupido!" ("Delafia che t. che tu' 'ssei!")
    Topèo: sm. Manufatto venuto male.
    Topeggià: v. Aggeggiare, smontare, lavorare (soprattutto nel piccolo o con strumenti)
    Topìni: sm.pl. Gnocchetti di patate.
    Toppìno: sm. Piccola toppa / Pezzetto di gomma per riparare le camere d'aria di bici o motocicli / Mètte' un t.: v. Riparare alla meglio un guaio o un danno anche morale, chiudere un argomento noioso o dannoso.
    Tòrcia: sf. Muco nasale / Torcid(d)e, Torcióne, Torcióso : sm. Persona che non si soffia il naso o ironicamente rivolto ad un raffreddato.
    Tòrzo, (A t.): avv. A giro, a zonzo ("O! 'un ce la lascià la robba a ttorzo, se no pò, doppo, 'un zai più 'nduve l'hai missa").
    Trabaccolàro: sm. Pescatori (e parenti) provenienti da S.Benedetto del Tronto stanziatisi a Viareggio dai primi del Novecento / spreg. Persona rozza e ignorante o vestita in modo trasandato.
    Trabàccolo: sm. Barca da pesca importata a Viareggio dai pescatori provenienti da S.Benedetto del Tronto (i trabaccolari vedi).
    Trabìccolo: sm. Struttura o macchinario mal funzionante o poco stabile ("Vel t. lì che tti sei 'omprato tirelo via: 'un è per gnénte pràtio")
    Trabuà: v. Dribblare, nel gioco del calcio. Vedi anche Buà.
    Trainanà: avv. Di cosa storpia ("Ha le gambe a t.")
    Tremòto: sm. Terremoto.
    Tradótta: sf. Lanterna utilizzata per la pesca delle cée (vedi). Veniva alimentata col canfìno (vedi).
    Tranvài, Trànve: sm. Tram / fig. Auto o altro mezzo lungo e ingombrante o scarpe lunghe ("E ddelafia! che t. ti sei missa 'ppiedi?").
    Tròccolo: sm. Cosa ingombrante, grossa o informe pezzo di qualcosa ("T. di legno", "Troccolóne d'òmo") / fig. Notevole ("Delanézza che t. di figlióla")
    Troiaio: Di cosa schifosa, di pessima fattura, malfunzionante / Persona ributtevole.
    Tronfià: v. Russare, respirare affannosamente , sbuffare.
    Tronfióne: sm. Persona che tronfia / fig. Altezzoso, che si dà delle arie ("Terè: oggi t'arìvino ve' bbagnanti tronfioni milanesi?") / Tronfiamìccio: sm. Altezzoso e imbecille.
    Tróno: sm. Tuono. ("Delanèna come trona a' mmonti!")
    Tròno: fig. Sedile del cesso.
    Trovà pposo: v. Dare una calmata, fermare una persona inquieta o frenetica.
    Tùllora: sf. Castagna sbucciata, secca e bollita in acqua o nel latte; era credenza popolare che il brodo delle t. avesse il potere di guarire da raffreddori, influenze e da "tutti vell'altri mali che Dio ce ne scampi e lìbberi".
    Tulloròne: sm. Grandiglione, persona sempliciotta, tonta.





    U': avv. Dove ("E ù o a ì?"="e duve ho d'andà io?", dove devo andare io?).
    Úcciaro: sm. Basso e goffo, brutto, ripugnante. / Bòdda ùcciara : sf. Tartaruga o grosso rospo.
    'Ugnàto/a: sm./sf. Cognato/a
    'Un: avv. Non / 'Um(m)i, 'Un(n)o, 'Un(n)a, 'Un(n)i, 'Un(n)e: avv. Non mi..., non lo..., non la..., non li..., non le...
    Unguènguero: sm. Condimento, sughetto.
    'Unzovànto / 'Unzommavanto: agg. Quantità enormemente indefinibile ("Gosta 'unzovànto").
    'Upo: sm. Lupo / A urlo d'upo: Sbadatamente, senza controllo.
    Úttumia: sm. Scheletro.






    Vergà: v. Colpire violentemente (con un bastone) ("Brutto marafèo! se tti becco ti vergo ben-bene col méstolo!")
    Vialone: Viale che costeggia la Marina di Levante di Viareggio.
    Villétte, le: loc. Manicomio di Maggiano ("Che? sei tornato dalle V.?")
    Vippe: Dall'inglese Vip (Very important person)
    Vita taglia, Piange': v. Piangere a dirotto.






    Ziffa, Coda di z.: s.f. Tromba d'aria.

    Edited by litodanie - 16/1/2006, 14:46
     
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  7. Cesare Ragazzi
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    E ZIFONARE???
     
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  8. crasyheart
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    zifonare che significa?
     
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  9. logitech
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    o merdini ma nn avevi altro da fare che mette ste merdate
     
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  10. crasyheart
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    ma no apprezzate l'impegno dell'amministratore invece!
     
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  11. bobooooo
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    CITAZIONE
    zifonare che significa?


    Ti dico che fa rima con scopa.....


    Amministratore vai......
     
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  12. crasyheart
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    eh no serve la traduzione per chi nn è viareggino...!
     
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    CITAZIONE
    Amministratore vai......



    Scopa......... fare all'amore!!!! AhhhahaHAHAA!!!
     
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  14. bobooooo
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    Amministratore fai una cosa...

    1) Vai sul muraglione....

    2) Prendi una bella rincorsa....

    3) non ci pensare....

    4) Tirati in mare......

    Bobo dai capelli rossi!!!



    CITAZIONE
    Léto: agg. Sporco, spesso inteso in senso morale ("'Ada lullì che leto, legge 'ggiornalini porno!")


    é riferito a te?
     
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  15. crasyheart
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    zifonare è proprio brutto come termine...ma forse qui se ne usano dei peggiori!....non mi esprimo!
     
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22 replies since 19/9/2005, 20:02   34431 views
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